Inizia venerdì la tre giorni che assegnerà il secondo trofeo stagionale del basket italiano, dopo la Supercoppa vinta a fine settembre da Reggio Emilia, è tutto pronto infatti per la quarantesima edizione della Coppa Italia, anche quest’anno targata Beko, la diciassettesima da quando nel 2000 venne introdotta la formula delle Final Eight.
Dopo la parentesi della scorsa edizione giocata a Desio, che ha visto il secondo trionfo consecutivo di Sassari, la manifestazione ritorna a Milano al Forum d’Assago, dove gli organizzatori auspicano una bella presenza di pubblico durante l’arco dei tre giorni, non solo per le partite (i tifosi milanesi ovviamente sperano che saranno tre) della squadra di casa, l’EA7, che di media, tra campionato ed Europa, porta al palazzetto anche diecimila spettatori.
Si comincia venerdì con le quattro gare dei quarti di finale una in fila all’altra, alle 12 apriranno le danze Pistoia e Trento, poi alle 15.15 sarà la volta di Cremona-Caserta, alle 18.15 Reggio Emilia-Avellino e alle 20.45 ci sarà l’esordio di Milano contro Venezia. Sabato le due semifinali tra la vincente di Pistoia-Trento e Reggio Emilia-Avellino nella parte alta del tabellone e quella tra chi uscirà dalle sfide Cremona-Sassari e Milano-Venezia nella parte bassa della griglia, domenica alle 18 è in programma la finalissima.
Rispetto all’ultima edizione ben sette squadre su otto partecipanti sono rimaste le stesse, indice che, nonostante nel nostro campionato l’equilibrio, soprattutto nella fascia centrale, regni sovrano, nelle ultime due stagioni è emersa una certa gerarchia. L’unica non presente è Brindisi il cui posto è stato preso dalla novità Pistoia (la regione Toscana ha addirittura concesso l’uscita anticipata da scuola alle 11 per i ragazzi che volessero seguire la partita in tv), brava a conquistarsi il pass proprio nell’ultima giornata del girone d’andata (termine ultimo per decidere il tabellone della coppa). Pistoia che nemmeno due anni fa, quando all’esordio nella massima serie centrò subito i playoff, era riuscita a qualificarsi per la Coppa Italia e adesso, a due terzi di stagione regolare, si trova addirittura al quinto posto, mentre, rispetto alla fine del girone d’andata quando sono stati formati gli accoppiamenti per la coppa, l’unica che è scivolata fuori dalle prime otto è Venezia, scavalcata da Brindisi (anche se solo per gli scontri diretti).
Per il resto dopo venti giornate c’è un terzetto in testa formato da Milano (che però ha una partita in meno, da recuperare il 10 marzo in casa contro Caserta), Reggio Emilia e Cremona, la vera sorpresa finora di questa stagione, a due vittorie di distanza troviamo Avellino, la più in forma del momento, e Pistoia, poi Trento, Sassari e Brindisi chiudono le prime otto posizioni. Altra stagione con più ombre che luci per le grandi storiche del nostro basket come Cantù, Varese, Pesaro e Virtus Bologna, anche se tutte le posizioni possono essere invertite nel giro di poche settimane, visto che tra il fanalino di coda Torino e la coppia Brindisi e Venezia, al momento ottave, ballano solo quattro vittorie di differenza.
Tornando all’attualità della Coppa Italia, forse mai come questa volta i favori del pronostico vanno tutti in un’unica direzione, ossia verso Milano (dalla sua anche il vantaggio del fattore campo), un’affermazione scritta e detta più volte negli ultimi tre anni alla vigilia dell’assegnazione di un titolo, ma purtroppo per i tifosi dell’Olimpia quasi sempre smentita da quello che poi è successo in campo. Per la società biancorossa i proclami e le attese sono stati largamente superiori ai successi finali ottenuti sul parquet (la bacheca è stata aperta solo una volta per lo scudetto di due anni fa), adesso Gentile e compagni sono obbligati a sollevare altri trofei e questa Coppa Italia sembrerebbe fatta apposta per rompere nuovamente il ghiaccio, approfittando del fatto che nessuna delle rivali, per vari motivi, in questo momento pare avere le armi giuste per infliggere l’ennesima delusione all’EA7 (anche se in gara secca tutto può succedere).
Milano che dovrà fare a meno di capitan Gentile, ancora alle prese con il problema al bicipite femorale occorsogli ormai più di un mese fa (il terzo stop di questa stagione), un’ assenza importante che in altri momenti sarebbe stata determinante, ma che questa volta sembra preoccupare meno l’ambiente milanese, visto la lunghezza e valore del roster con cui si presenta al via della manifestazione, dopo gli ultimi tre acquisti invernali. Il lituano Kalnietis ha finalmente portato una caratura internazionale nel ruolo di play, l’ex Sassari ed mvp delle passate finali playoff Sanders si è pienamente ristabilito dall’infortunio alla mano e potrà essere un fattore da qui in avanti, mentre il guerriero uruguaiano Batista, coi suoi 208 centimetri e 122 chili, garantisce quella presenza fisica sotto canestro che specialmente dopo la rescissione con Lawal, e soprattutto in Eurolega, l’Olimpia aveva bisogno come il pane.
Dirigenza milanese che questa volta si è mossa bene, anche se costretta per sistemare l’ennesimo mercato estivo discutibile, con i primi due , Kalnietis e Sanders, che sembrano essere due colpi perfetti anche per costruire attorno la squadra nelle prossime stagioni, mentre può essere sollevato qualche dubbio in più sul terzo rinforzo. Batista sarà sicuramente utile i questi mesi, ma, dopo essere stato il primo giocatore uruguayano ad approdare in Nba (con gli Atlanta Hawks tra il 2005 e il 2007) e aver trascorso la carriera tra i migliori club d’Europa (tra cui Maccabi, Efes e Panathinaikos), Milano è dovuta andare a prenderlo fino in Cina, dove, a quasi 33 anni, da settembre era finito ad intascare quelli che sembravano essere gli ultimi soldi della sua lunga carriera. Probabilmente in questo momento il mercato dei centri non offriva molto altro (o no?), quel che è certo e che non può essere vista come un’operazione anche per il futuro e il fatto che non possa essere impiegato, perché ingaggiato troppo tardi, in Eurocup, dove Milano sarà impegnata negli ottavi dopo aver superato abbastanza agevolmente le Last 32, lascia comunque qualche perplessità.
Di sicuro in campionato e anche in questa Coppa Italia potrà risultare un fattore e darà fiato e più libertà a Macvan e Barac (che in Eurocup rimane quindi il centro titolare), con Magro che nell’ultimo periodo ha sempre risposto presente quando è stato impiegato. EA7 che avendo 14 giocatori in rosa nei prossimi incontri dovrà ogni volta tenere fuori due dei suoi nove stranieri, ma che si presenta al via della parte cruciale della stagione con un roster finalmente completo (considerando il ritorno a breve di Gentile) e che probabilmente, così costruito, avrebbe dato risposte migliori anche in Eurolega.
Ma ora è tempo di Coppa Italia e il primo ostacolo per Milano si chiama Reyer Venezia, alla quarta partecipazione negli ultimi cinque anni, ma protagonista finora di una stagione tutt’altro che positiva e reduce dalla recente eliminazione in Eurocup (stessa sorte toccata anche a Reggio Emilia e Sassari). Ai veneti il talento offensivo non manca, Goss e Owens su tutti, e venderanno cara la pelle, ma il pronostico sembra pendere fortemente dalla parte di Milano. Dovrebbe esserci più equilibrio nelle altre tre sfide, con Sassari e Trento sulla carta leggermente favorite rispetto a Cremona e Pistoia, mentre su Reggio Emilia-Avellino è durissima sbilanciarsi in un pronostico, con le due formazioni che partono praticamente con lo stesse probabilità di passaggio del turno.
Nella parte bassa del tabellone sabato potrebbe profilarsi l’ennesimo incrocio tra Sassari e Milano, con la Dinamo autentica bestia nera negli ultimi anni dell’Olimpia. Sassari che dopo un inizio di stagione a dir poco travagliato, sia in Italia che in Europa (soprattutto), nelle ultime settimane sembra aver rimesso le cose a posto, anche grazie a due rinforzi di primordine come Mitchell, l’mvp della passata stagione con la maglia di Trento, tornato in Italia dopo non essersi trovato, nonostante ottimi numeri, prima in Russia al Volvograd (società di proprietà del patron di Cantù Gerasimenko) e poi all’Estudiantes di Madrid, e Kadji, il lungo camerunense fondamentale negli ultimi mesi della scorsa stagione e tornato in Sardegna dopo aver giocato, e bene, la prima parte di torneo in forza a Brindisi. Sassari che è più forte ma che dovrà giocare al suo massimo per superare Cremona (incontrata, e battuta, anche nel primo turno della passata edizione), che però arriva con qualche acciacco (McGee reduce da un infortunio e Vitali in dubbio). I lombardi però non hanno nulla da perdere e vogliono continuare la favola della loro stagione, perché nessuno, ma davvero nessuno, ad inizio anno avrebbe potuto immaginare a Cremona in testa alla classifica dopo venti giornate di Serie A.
Dall’altra parte, Pistoia-Trento vede la sfida tra un’altra squadra che quasi nessuno avrebbe pensato potesse centrare questo traguardo (meritato) e probabilmente la formazione italiana protagonista del miglior cammino fino a questo punto della stagione, sia in campionato, ma soprattutto in Europa, dove, alla prima partecipazione della sua storia, ha raggiunto in maniera splendida gli ottavi di finale, al pari di Milano. Trento arriva a questo appuntamento con qualche sconfitta di troppo nelle ultime settimane, ma le aquile sperano di essere trascinata ancora una volta da Wright, con il prezioso supporto di Pascolo, mentre Pistoia, squadra che anche nelle sconfitte dà sempre filo da torcere anche alle avversarie più quotate, può contare su Kirk, il centrone bianco, uno di quelli dal rendimento più alto in questi primi 4 mesi di campionato (e anche Knowles non scherza).
Chiudiamo con quello che è l’accoppiamento più incerto, nonostante al momento della compilazione del tabellone, poco più di un mese fa, Reggio Emilia si fosse aggiudicata la N°1, mentre Avellino aveva raggiunto la partecipazione in extremis, dopo un pessimo avvio di stagione (qualcuno aveva incominciato a parlare addirittura di retrocessione). Ora le cose sono parecchio cambiate, con gli emiliani che, sebbene siano ancora in testa alla classifica, non arrivano al massimo a questo appuntamento a causa dei numerosi problemi fisici che hanno colpito il loro roster, su tutti gli infortuni di Lavrinovic e Aradori, mentre Avellino da dopo Natale si è come trasformata (non perde dal 23 dicembre) e, trascinata da Nunnally, ha infilato una serie di sette vittorie consecutive (l’ultima settimana scorsa sul difficile campo di Trento), tra cui il colpaccio al Forum di tre settimane fa, mettendo fine alla lunghissima imbattibilità dell’Olimpia tra le mura amiche in stagione regolare, terminata a quota 41 gare e che era iniziata quasi tre anni fa.
Tra le otto partecipanti quelle ad aver già in bacheca questo trofeo sono ovviamente Milano (4 volte, ma l’ultima nell’ormai lontano 1996, l’anno del penultimo scudetto), poi Sassari, con i due successi delle ultime due edizioni (al Forum e a Desio), e Avellino, capace di conquistare la coppa nel 2008 (nelle Final Eight di Bologna), prima di cinque anni di dominio di Siena. Guidano la graduatoria generale dei successi la Virtus Bologna e Treviso, entrambe con 8 titoli, per Milano la possibilità di staccare Varese a quota 4 e raggiungere Siena al terzo posto, ma meglio non dirlo ai suoi tifosi, perché, visto le ultime volte, potrebbero rispondervi in malo modo.