Visioni di un genio è il titolo della mostra dedicata a Bosch che si terrà dal 13 febbraio all’8 maggio 2016 nella cittadina di s-Hertogenbosch, chiamata anche Den Bosch, dove proprio Hieronymus Bosch dipinse i suoi capolavori.
Il pittore nasce il 2 ottobre tra il 1450 3 il 1455, figlio del pittore Jan Van Aken. Fin dall’adolescenza si dedica alla pittura e ben presto ne acquisisce la maestria di un vero artista. Ben presto è tra i confratelli di Nostra Diletta Signora e nel 1488 è registrato tra i notabili della confraternita e vi rimane fino alla sua morte, avvenuta nel 1516. La sua è una pittura è stata studio di molti studiosi, la sua composizione ricca di soggetti ha fatto pensare ad una relazione tra eresia clandestina (nudità e amore libero) quale espressione di una rinascita prima del peccato originale. Altri studi lo identificano più vicino a scienze come l’alchimia o la farmaceutica. Sicuramente la sua arte per il periodo a cui appartiene, poteva avere un significato molto più incline alla liberazione del essere umano verso il sublime. Si pensi solo all’opera Estrazione della pietra della follia ora al Museo del Prado. Un dipinto dove viene raffigurato un gruppo di persone, tre uomini e una donna, con un paesaggio sul fondo e una iscrizione che incornicia la scena: “Meester snyt die Keye ras / Myne name is lubbert das“, cioè “Maestro cava fuori le pietre, il mio nome è ‘bassotto castrato'” ossia una persona che si fa ingannare. La scena presenta una persona seduta che si fa togliere da un apparente chirurgo con in testa un imbuto (simbolo di stupidità) dalla testa “la presunta pazzia”. Mentre accanto una sosrta di monaco con ampolla cerca di spiegare alla sordità dell’ignoranza e assecondando un donna con un libro in testa (chiuso) che osserva senza alcun interesse. Una pittura popolata da demoni e santi in una composizione onirica, sicuramente influenzata dal periodo storico piuttosto buio.
Molti sono i capolavori che rientrano in olanda per questa esposizione: La morte di un avaro (National Gallery of Art di Washington), La nave dei folli (Louvre di Parigi), il Trittico degli Eremiti (gallerie dell’Accademia di Venezia), il san Giovanni Battista (Museo Lazaro Galdiano di Madrid), ma anche ben 19 disegni, di cui vale la pena citare “Paesaggio infernale” acquistato da un collezionista privato nel 2003 da Sotheby’s per 227.000 dollari.
Fa sicuramente pensare “La nave dei folli” un dipinto su tavola del 1494, e propone una folla di personaggi stretti su una piccola imbarcazione, intendi ai vizi. Vi troviamo simboli come il gufo in cima all’albero, cilegie sul tavolo, una mezzaluna musulmana sul vessilli attaccato all’albero dove è appeso un pollo. Ancora una volta l’esaltazione alla follia, al vizio, forse causa del intrinseco pensiero umano? Metafora descrittiva dei nostri tempi?
Alla vostra sono esposti anche sette pannelli di allievi di Bosch, testimonianza complementare al contesto storico medievale olandese.