“Dobbiamo essere competitivi al di fuori degli aiuti statali”. La sfida di Renault e Nissan riparte da Wuhan, in Cina, dove oggi l’amministratore delegato della joint venture automobilistica franco-nipponica, Carlos Ghosn, ha inaugurato il primo stabilimento di Renault-Nissan nel Paese asiatico, dove sarà prodotta una nuova auto elettrica low cost. “E’ un mercato che sta per esplodere e nel quale vogliamo essere presenti e competitivi, al di là degli incentivi governativi cinesi”, che prevedono finanziamenti fino a 100.000 yuan (circa 15.000 euro) per l’acquisto di veicoli non inquinanti, ma solo se prodotti da marchi cinesi.
Proprio per questo motivo la nuova auto a impazzto zero, che costerà secondi i piani “a partire da 30.000 yuan, ossia 4.200 euro”, potrebbe essere inizialmente commercializzata sotto il marchio Dongfeng, partner di Renault e Nissan in Cina. Anche se la stampa francese ritiene che questo sia solo un primo passo per entrare nel mercato asiatico con il marchio Renault, visto che l’imminente riduzione degli incentivi aprirà le porte all’ingresso di competitor stranieri.
Les Eschos nutre tuttavia qualche dubbio sull’effettiva credibilità dell’operazione, che potrebbe anche essere “un semplice annuncio per distogliere l’attenzione dal dossier sulle emissioni“, per il quale dopo Volkswagen e altre case automobilistiche è finita nel mirino anche Renault. “E se fosse soltanto una copia dell’esperimento fatto in India con Kwid?”, si chiede anche il quotidiano economico transalpino. “Se ce la facciamo in Cina, ce la faremo in tutto il mondo”, ha però detto Ghosn, che entro l’anno presenterà il nuovo piano industriale di Renault e Nissan per il quinquennio 2017-2022.
Intanto sull’auto elettrica continua il suo percorso il marchio giapponese Nissan, del quale è ad sempre il manager brasiliano Ghosn, che in Spagna sta portando avanti un progetto proprio con l’italiana Enel. “Il gruppo – ha detto l’ad italiano Francesco Starace a Madrid, in occasione della presentazione del nuovo brand di Enel – sta portando avanti un progetto che prevede di poter caricare e scaricare le batterie delle auto elettriche, utilizzandole come accumulatori”. In sostanza, l’elettricità che rimane immagazzinata nelle auto elettriche quando sono ferme potrebbe essere usata per compensare le necessità della rete, naturalmente pagando i proprietari dei veicoli. Fra pochi mesi la fase sperimentale terminerà e il progetto potrebbe essere esportato in altri Paesi, Italia compresa, dove tra l’altro Starace ha anche annunciato che saranno realizzate entro tre anni 20mila colonnine elettriche.