Riecco la Roma! I giallorossi battono il Frosinone 3-1 e tornano a sorridere dopo un periodo piuttosto buio, fatto di pochissime gioie e molti, troppi, dolori. E’ ancora presto per parlare di svolta, sia per la pochezza dell’avversario (serviranno test più probanti) che per la fatica fatta nel batterlo, ma certo Spalletti può cominciare a vedere un filo di luce in fondo al tunnel. La prima gioia della sua gestione-bis (fino a ieri un pareggio e una sconfitta) coincide con il debutto di El Shaarawy e anche qui, pur con tutte le precauzioni del caso, arrivano segnali molto incoraggianti.
Il gol del Faraone, decisivo per sbloccare un match che si stava “impantanando” sull’1-1, è stato semplicemente meraviglioso: un colpo di tacco da campione, un bel regalo a sé stesso e a tutta la Roma. “L’entusiasmo del debutto gli ha permesso quel colpo di follia – lo ha elogiato Spalletti. – Ha avuto coraggio, la squadra aveva bisogno anche di questo”. Il Faraone su tutti, ma non solo. La Roma di ieri, decimata dagli infortuni, ha scoperto di avere carte interessanti nel proprio mazzo, mischiato abilmente dal suo allenatore.
Il 3-4-2-1 iniziale ha visto esperimenti importanti: Zukanovic (schierato titolare a sorpresa) in difesa, Rudiger esterno destro e Keita al posto di Vainqueur sono state sorprese per tutti, forse anche per Stellone. Che, dal canto suo, ha provato a pungere la Roma là dove le fa più male, ovvero nelle ripartenze. Dopo il gol di Nainggolan (18’, destro da terra a beffare Leali) il Frosinone non s’è perso d’animo e ha trovato il pareggio con Ciofani, bravissimo a battere Szczesny con un tiro al volo (24’).
L’1-1 poteva mettere nei guai i giallorossi, poco supportati da un Olimpico semivuoto e ostile, soprattutto con i giocatori più deludenti. Su tutti Dzeko, il cui ruolino di marcia (3 gol in campionato, uno solo su azione risalente addirittura al 30 agosto!) è talmente negativo da sembrare quasi finto, ma anche Salah, protagonista di un’involuzione per certi versi inspiegabile. Ma lì è salito in cattedra El Shaarawy (48’) e la partita s’è messa in discesa, prima che Pjanic chiudesse ogni discorso con il suo destro preciso ed elegante (84’).
Oggi pomeriggio (ore 15) sarà la volta della Lazio, impegnata al Friuli contro l’Udinese. Gli uomini di Pioli cercano un successo che, classifica alla mano, potrebbe riportarli nelle zone nobili del campionato. Viceversa un passo falso azzererebbe tutti i progressi fatti sin qui, ecco perché il match di Udine è davvero molto delicato.
“I jolly ce li siamo già giocati tutti – ha ammesso Pioli. – Non basta fare risultati utili, bisogna vincere e continuare a premere l’acceleratore. Il nostro obiettivo è quello di tornare in Europa e possiamo ancora raggiungerlo, a patto di non perdere più tempo”. Squadra che vince non si cambia, ecco perché il tecnico confermerà gran parte della formazione già vista nel 4-1 contro il Chievo. L’attacco, in particolare, sarà lo stesso, con Candreva e Keita sulle fasce, Djordjevic al centro e gli ormai ex titolarissimi Klose e Felipe Anderson in panchina.
“Parlo tutti i giorni con Felipe, non ho bisogno di lanciargli messaggi dalla sala stampa – ha spiegato Pioli. – Sta lavorando bene, deve ritrovare la condizione migliore per tornare sui suoi standard”. Per il resto scelte confermate, al netto delle squalifiche di Lulic e Radu che rendono obbligatorie alcune modifiche. In difesa, davanti a Berisha, ci saranno Basta, Bisevac, Hoedt e Konko, a centrocampo Milinkovic-Savic, Cataldi e Parolo. Colantuono, la cui panchina traballa sempre di più dopo gli ultimi risultati (3 sconfitte consecutive), tenterà di rialzare la testa con il solito 3-5-2: Karnezis in porta, Wague, Danilo e Felipe in difesa, Edenilson, Badu, Lodi, Bruno Fernandes e Adnan a centrocampo, Zapata e Thereau in attacco.