L’ayatollah Ali Khameni, Guida suprema dell’Iran, paragona l’Arabia Saudita all’Isis e invoca la “vendetta divina” contro il Paese sunnita, reo di aver giustiziato l’oppositore religioso sciita Nimr al Nimr insieme ad altre 46 persone. Da parte sua, Riyadh risponde alla “clamorosa interferenza” accusando Teheran di essere “sponsor del terrore”, prima di ritirare il personale diplomatico e di dichiarare rotte le relazioni con il Paese rivale.
Ieri Khamenei, nella sua seconda condanna dell’esecuzione dopo quella di sabato, ha rimarcato che Al Nimr non aveva “né incitato alla violenza né complottato contro il governo”, due crimini esplicitamente citati nel Corano. La Guida Suprema iraniana ha poi detto che “il sangue di questo martire versato ingiustamente mostrerà presto le sue conseguenze e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”.
Sul suo sito e Khamenei ha anche paragonato l’Arabia Saudita all’Isis, mostrando due mezze figure di boia affiancate, uno vestito di bianco come i sauditi, l’altro di nero come i miliziani dello Stato islamico, e chiedendo “qual è la differenza?”.
Per il ministero degli Esteri saudita, invece, “il regime iraniano è l’ultimo regime al mondo che può accusare gli altri: è uno Stato che sponsorizza il terrore”, ovvero milizie sciite e partiti con un’ala militare come Hezbollah.
L’Arabia ha poi fatto notare che tra i 47 “terroristi” giustiziati sabato figuravano anche sunniti e militanti di Al Qaeda come Adel al Dhubaiti, l’autore dell’attacco nel giugno 2004 contro il giornalista della Bbc Frank Gardner, rimasto paralizzato.
L’escalation del confronto tra l’Iran sciita e l’Arabia Saudita ha provocato un rimbalzo dei prezzi del petrolio: il Brent tratta ora a 37,95 dollari il barile (+1,8%) dopo aver sfiorato i 39 dollari, il Wti americano tratta a 37,5 dollari (+1,3%).