Limitare la discrezionalità delle Regioni nelle nomine dei direttori generali delle Asl obbligandole a scegliere da una lista di idonei, di livello nazionale, preparata con criteri trasparenti. E’ questa la principale novità prevista da uno dei decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione approvata l’estate scorsa. Il provvedimento è composto di nove articoli e dovrebbe arrivare domani in Consiglio dei ministri.
La lista degli idonei – come spiega oggi Lorenzo Salvia su Il Corriere della Sera – sarà preparata ogni due anni da una commissione di cinque membri, di cui due scelti dal ministero della Salute, due dalla Conferenza Stato Regioni e uno dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari. I criteri di selezione saranno diversi: età inferiore a 65 anni, laurea, esperienza dirigenziale di almeno cinque anni e partecipazione a corsi di formazione sulla gestione sanitaria. La scelta finale spetterà al presidente della Regione, che però non avrà più la libertà di oggi.
Il decreto, inoltre, prevede che dopo due anni una commissione regionale valuti i direttori generali per come hanno perseguito gli obiettivi di salute (ad esempio la riduzione del tasso di mortalità infantile o l’appropriatezza prescrittiva, ovvero il fatto che i medici non prescrivano troppi farmaci che poi pesano sui bilanci delle Regioni). In caso i bocciatura, il numero uno dell’azienda sanitaria locale perderà l’incarico e potrà anche essere cancellato dalla lista degli idonei.