Il governo argentino ha posto fine al sistema di controllo dei cambi in vigore dal 2011, aprendo la porta alla svalutazione del peso.
La decisione di Buenos Aires è stata formalizzata alle 18 locali (le 22 italiane) e intende essere uno strumento di rilancio dell’economia argentina, che convive con un’inflazione stimata dagli analisti al 25% per quest’anno e prevista superiore al 35% nel 2016.
La reintroduzione del tasso di cambio libero tra dollaro e peso era tra le promesse elettorali di Mauricio Macri, eletto presidente dell’Argentina la scorsa settimana.
Il cambio dollaro/peso era stato fissato quattro anni fa a quota 9,78 sul mercato ufficiale, ma era a 15 su quello non ufficiale.
Il sistema di controllo, instaurato dalla presidente Cristina Kirchner, prevedeva limitazioni nell’acquisto di dollari da parte dei risparmiatori e autorizzazioni del governo per cambiare la divisa locale, ma soprattutto paletti per le multinazionali presenti in Argentina nel trasferire i profitti nel Paese d’origine.