e-book e nuovi media: il Rinascimento della poesia
Il fenomeno degli instapoets
“Rimasi stupito dall’entità della sua fama, le sue opere erano introvabili allora, era disapprovato dal partito, ma se il popola ama la poesia, ama il poeta. E nessuno ama la poesia più di un russo”. Questo sono le parole che Boris Pasternak mette in bocca a Yevgraf, parlando del funerale del fratello Yuri Zhivago, il medico poeta protagonista del suo capolavoro. La nazione russa ama la poesia sopra ogni altra cosa. Lo stesso si potrebbe dire di un’altra grande e giovane nazione, quella del web che ama la poesia come poco altro. Questo genere letterario supremo ha fatto molta fatica nell’epoca di mass media a raggiungere il grande pubblico. L’editoria maggiore l’ha di fatto messo da parte, salvo qualche significativa eccezione, relegandola a una sorta di riserva indiana. Le grandi case editrici hanno pubblicato e pubblicano pochi titoli di poesia. Fortunatamente in soccorso della poesia sono venuti i nuovi media. Un numero impensato di poeti amatoriali, detti instanpoets (da Instagram), sta sfornando libri di poesia che iniziano a fare capolino nelle classifiche dei bestseller. Alcuni vendono a 6 cifre e dopo poche settimane sono già in classifica.
Il rinascimento della poesia è stato raccontato da Alexandra Alter, una delle persone più influenti dell’industria editoriale globale, sul NYTimes in un articolo che abbiamo tradotto per i nostro lettori. La traduzione dall’inglese è di Ilaria Amurri.
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Gli unicorni della poesia
“Grazie a tutti, è fico essere qui”, ha detto alle 150 persone che un venerdì sera si erano accalcate da Barnes & Noble per celebrare l’uscita della sua nuova raccolta di haiku. Il pubblico, prevalentemente giovane e soprattutto femminile, era letteralmente in delirio.
Fino a sette anni fa Gregson (34 anni) sbarcava il lunario facendo il copywriter freelance e macinava testi pubblicitari su attrezzature sportive, prodotti per capelli e dispositivi di imaging biomedico. Oggi, grazie ai suoi 560.000 follower di Instagram e Tumblr è diventato l’equivalente letterario di un unicorno: un poeta famoso che vende libri a gogò.
Gregson appartiene a una nuova generazione di poeti giovani e digitalmente scaltri che grazie ai loro fedeli follower sono stati catapultati nelle classifiche di bestseller, in cui le raccolte poetiche sono sempre state piuttosto rare, senza vincere premi letterari e senza aver mai frequentato corsi universitari di scrittura.
Ma è proprio lo stile grezzo che rende così speciali questi versi, che sembrano quasi brandelli delle pagine di un diario. I poeti “amatoriali” della rete raggiungono centinaia di migliaia di lettori, attirano l’attenzione di agenti letterari, curatori ed editori e stanno ribaltando la reputazione della poesia stessa, che da tempo è vista come un’arte elevata e di scarso richiamo popolare.
Gli instanpoets
Probabilmente la rapida ascesa degli instapoets non sconvolgerà più di tanto le alte sfere letterarie, né i critici o i puristi, che di certo si fanno beffe di chi mischia le foto con le poesie, ma almeno il fenomeno potrebbe ridefinire una percezione ormai consolidata che vede questa forma d’arte come un mezzo creativo in netto declino.
Chasers of the Light, la prima raccolta di Gregson, è diventata un bestseller negli Stati Uniti, dove ha venduto più di 120.000 copie cartacee (per farsi un’idea della portata di questi numeri basta pensare che Faithful and Virtuous Night di Louise Glück, che l’anno scorso ha vinto il National Book Award per la poesia, ha venduto appena 20.000 copie).
Sembra che il nuovo libro di Gregson, All the Words Are Yours, stia andando altrettanto forte (per ora è uscito con 100.000 copie cartacee). Molti fra i suoi haiku sono brevi riflessioni sull’amore e sulla nostalgia e hanno già collezionato migliaia di commenti in rete: “Voglio che i miei giorni siano pieni/e le mie notti sature/del suono di te”, recita una poesia che ne ha ricevuti 8.770 su Tumbrl. Recentemente la raccolta è salita in terza posizione nella classifica di Nielsen dei 10 titoli di poesia più venduti negli Stati Uniti, più in alto di Dante, Omero, Séamus Heaney e Khalil Gibran, ma Gregson non è l’unico rivoluzionario digitale della lista. Secondo Nielsen, infatti, 3 fra i 10 libri di poesia attualmente più venduti negli Stati Uniti sono raccolte di giovani scrittori che si sono costruiti un seguito su Tumblr e Instagram, tra cui Milk and Honey di Rupi Kaur e Memories di Lang Leav.
Lang Leav dagli antipodi
La Leav, che vive il Nuova Zelanda, ha iniziato a pubblicare i suoi versi su Tumblr nel 2012 e si è stupita parecchio quando hanno cominciato a rimbalzare velocemente sul web: “Non so come mi sia saltato in mente di mettere le mie poesie in rete, dato che molte sono piuttosto personali, ma alla fine sono state apprezzate e la gente ha iniziato a condividerle sui social”.
I suoi follower, che adesso sono circa un milione, l’hanno implorata di mettere insieme le sue poesie in una raccolta cartacea, quindi nel 2103 ha autopubblicato Love & Misadventure, che ha venduto 10.000 copie nel giro di un mese. Poi ha trovato un agente e ben presto ha ricevuto un’offerta da una casa editrice, la Andrews McMeel, che ha pubblicato tre dei suoi libri. Morale della favola: le sue poesie, che parlano in modo esplicito di amore, sesso, dolore e tradimento, hanno venduto più di 300.000 copie: “Portami in un luogo in cui posso sentire qualcosa – voglio dar via il mio cuore”, è l’inizio di una poesia. Un’altra dice: Promessa / Ti amo, Sì–/ hai la mia parola./Hai tutte le mie parole”.
È difficile determinare con precisione da cosa sia alimentata la popolarità della poesia su Tumblr e su Instagram, siti che di solito pullulano di selfie di celebrità e foto di animali carini, ma anche in questo caso, come per molti fenomeni virali inspiegabili, ci sono di mezzo le sorelle Kardashian.
Una poesia ritwittata da Khloe Kardashian, una delle due sorelle star dei social media, ha ricevuto 420mila like e ha sancito l’immediato successo del suo autore.
Lo scorso autunno Khloé Kardashian ha condiviso Closure, una poesia di Lang Leav, su Instagram, dove ha più di 35 milioni di follower. Quella poesia, in cui l’autrice parla in prima persona del periodo dopo la fine di una storia d’amore, ha ricevuto ben 419.000 like.
È stato sempre grazie a Khloé Kardashian che orde di lettori hanno scoperto Robert M. Drake, di Miami, il cui fan club include anche Kylie e Kendall Jenner Kardashian, oltre ai rapper Ludacris e Kicki Minaj. Drake, che in realtà si chiama Robert Macias, ha 1,3 milioni di follower e le sue raccolte cartacee hanno un seguito nutrito di lettori appassionati. Nell’ultimo anno ha venduto circa 160.000 copie delle raccolte autopubblicate Black Butterfly e Beautiful Chaos: “Sono ancora sconvolto dal fatto di averne vendute così tante in così poco tempo e come se non bastasse stiamo parlando di poesia, un genere a cui la gente non presta molta attenzione”, ha detto Macias, un poeta che spesso compone versi brevi, intensi e ispirati.
Il palcoscenico della rete
Il canale di YouTube, Button Poetry, dove ogni giorno un poeta legge un proprio verso raccoglie più di 350.000 spettatori.
Attenzione però, la rinascita della poesia è tutt’altro che sicura. Secondo un rapporto del National Endowment for the Arts (un’agenzia americana per il finanziamento di progetti artistici) la percentuale di lettori statunitensi che affermano di leggere poesie è scesa dal 12% del 2002 al 6,7% del 2012, ma se non altro la spirale di morte sembra essere in leggera frenata.
Button Poetry, un canale YouTube dove gli autori recitano le loro poesie, ha quasi 430.000 iscritti e l’Academy of American Poets raggiunge più di 350.000 lettori con la serie di poesie digitali “Poem-a-day”.
Alcuni poeti di successo sostengono che l’interesse dimostrato dai social media nei confronti della poesia abbia giovato un po’ a tutti, non solo i nuovi arrivati, e che stia aprendo nuove strade ad autori che prima avrebbero fatto molta fatica per farsi notare dalle case editrici.
“Non ci sono più i ‘guardiani del tempio’ che ti tengono in scacco”, spiega Don Share, caporedattore della rivista Poetry. “La rete è un ottimo palcoscenico per tutti quei poeti che altrimenti sarebbero stati relegati in un ruolo marginale agli occhi della cultura di massa”.
Gregson, ad esempio, ha cominciato a dodici anni. Scribacchiava quando si distraeva sui banchi di scuola, ma non aveva mai pensato di trasformare il suo hobby in un mestiere. “Nel mondo dell’editoria scrivere poesie è una scelta rischiosa”, anche lui se ne rende conto, infatti quando ha iniziato a postare poesie su Tumblr, sette anni fa, lo faceva solo per condividerle con amici e parenti: “ho sempre vissuto la scrittura come un modo per allentare la pressione mentale”.
Poi, a un certo punto, dei perfetti estranei hanno cominciato a commentare i suoi versi, dalle poesie d’amore più crude e simili a confessioni, talvolta erotiche, alle odi filosofiche al mondo naturale. Il pubblico si è ingigantito a vista d’occhio e alcuni fra i più ferventi ammiratori di Gregson si sono tatuati addosso i suoi versi e hanno messo le foto su Internet.
Attualmente il web poet del Montana sta preparando una terza raccolta, ma si dedica anche ai calendari, ai biglietti e a un libro per bambini. “Ha dimostrato a tutti che la poesia non è poi così inaccessibile”, spiega il suo agente letterario Rachel Vogel.
Questo si è capito chiaramente all’incontro di Manhattan, dove Gregson ha risposto brillantemente a tutte le domande e ha firmato libri per un’ora e mezza. Una ragazza lo ha adulato dicendo “Ti seguo da sempre ed essere qui è un’emozione fortissima”, poi hanno voluto sapere quali sono i suoi animali preferiti (i calabroni e le balene) e gli hanno chiesto di spiegare il suo processo creativo, che a sua detta non è per niente complesso: “Voi vedete tutto quello che penso. Se penso una cosa, la scrivo e quando la scrivo ve la faccio vedere”.