Buone notizie dai dati macro Usa. Quanto meno sul fronte del Pil, dopo che il dipartimento del commercio degli Stati Uniti ha ritoccato al rialzo il dato sulla crescita del prodotto interno lordo del terzo trimestre, portando la stima intermedia a +2,1%, contro il +1,5% della stima preliminare. Il miglioramento è in linea con le attese degli analisti, mentre sempre oggi è arrivato il deludente dato sulla fiducia dei consumatori, scivolata in novembre a 90,4 punti dai 97,6 di ottobre. Il dato reso noto dal Conference Board è nettamente peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano un miglioramento a 99,5 punti.
Tornando alle note positive, fra luglio e settembre le aziende hanno incrementato le scorte e la previsione è che l’economia concluda l’anno in crescita. Nel secondo trimestre il Pil era salito del 3,9% e nel primo aveva segnato un +0,6%. Nel quarto trimestre dell’anno scorso il Pil americano era cresciuto del 2,2%.
L’accelerazione dell’economia Usa rende più verosimile la prospettiva di un primo rialzo dei tassi della Federal Reserve entro la fine del 2015. Ieri Janet Yellen, numero uno della Banca centrale americana, ha detto che il rialzo dei tassi è vicino, ma sarà realizzato in modo graduale.
Yellen ha fatto capire che una stretta repentina potrebbe ledere l’espansione economica e forzare la Fed a tornare sui suoi passi ossia a tagliare nuovamente il costo del denaro.
“Altri Paesi hanno pagato un caro prezzo per essere stati forzati a cambiare rotta – ha scritto il presidente della Fed –. Il Giappone, dove i tassi d’interesse sono rimasti vicino allo zero per gran parte degli ultimi 25 anni, serve come monito”.