Basta dissidi ai vertici delle Ferrovie dello Stato e sprint sulla privatizzazione. Il premier Matteo Renzi ha deciso di accelerare e di voltare pagina sulle Fs. Non tollera più i ritardi dovuti ai ripetuti dissidi tra l’ad Michele Elia e il presidente Marcello Messori e pensa di sostituirli a breve, come anticipato da tempo da FIRSTonline, per imboccare con decisione la via della privatizzazione sul modello di quello già applicato al Poste Italiane.
Renzi lo ha detto chiaramente a Elia e Messori, in presenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ma non di quello dei Trasporti Graziano Delrio. Questa assenza fa capire anche la direzione che prenderà la privatizzazione.
Il primo obiettivo del premier è accelerare la vendita di una quota attorno al 40% di Fs e, per fare questo passo, pensa al ribaltone al vertice e alla promozione di Renato Mazzoncini, oggi ad di Busitalia (controllata di Fs per il trasporto su gomma) o, in alternativa, al numero uno di Trenitalia, Vincenzo Soprano.
Renzi non ne vuol più sapere dello scontro al vertice delle Fs che rischia di allungare i tempi della privatizzazione ma ha anche in mente di applicare il modello di privatizzazione in blocco delle Poste, che è sostenuto da Padoan e anche da Elia ma avversato da Delrio e da Messori che hanno più volte segnalato la necessità di privatizzare singoli asset delle Fs ma di scorporare e mantenere in mani pubbliche un asset strategico come la rete ferroviaria.
Renzi non condivide il modello di privatizzazione suggerito da Messori, con il sostegno del ministro Delrio e dell’Authority dei trasprti, ma ancor più clamorsamente boccia l’operato di Elia, che considera inadatto e incapace di gestire la privatizzazione malgrado l’attuale ad di Fs si sia allineato sul modello di privatizzazione preferito da Renzi per accorciare i tempi.
Privatizzare in blocco rischia di congelare le aree di inefficienza delle Fs, difese dal vecchio gruppo dirigente arroccato attorno a Elia, sussidiandole con quelle maggiormente redditizie come l’Alta Velocità ma, in questo momento, al premier interessa soprattutto dare un nuovo segnale ai mercati e portare a casa un’altra privatizzazione, anche se probabilmente il Tesoro incasserà meno di quanto avverrebbe con la privatizzazione a pezzi.
Giovedì prossimo showdown nel cda.