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Piano Unicredit: 18.200 addetti in meno (6.900 in Italia), utile a 5,3 miliardi nel 2018

I dipendenti italiani in esubero sono 6.900, di cui 5.800 dall’area retail e 1.100 dai centri direzionali – Prevista anche la chiusura di 800 filiali entro il 2018 in Italia, Germania e Austria – Ghizzoni: “Arriveranno anche investimenti importanti” – Siglato l’accordo per l’integrazione di Pioneer Investments e Santander Am – Il titolo sale in Borsa

Piano Unicredit: 18.200 addetti in meno (6.900 in Italia), utile a 5,3 miliardi nel 2018

Per il gruppo Unicredit è in arrivo una riduzione di personale pari a 18.200 unità a tempo pieno in tre anni: nel 2018 i lavoratori del gruppo scenderanno a 111mila, dai 129mila del 2014. In particolare, i dipendenti italiani tagliati saranno 6.900, di cui 5.800 dall’area retail e 1.100 dai centri direzionali. Prevista anche la chiusura di 800 filiali entro il 2018 in Italia, Germania e Austria. Sono questi i passaggi più significativi del nuovo piano industriale a tre anni presentato oggi dalla Banca italiana, che prevede di risparmiare in tutto 1,6 miliardi di euro. Il taglio del personale sarà realizzato con diverse misure, fra cui la vendita della controllata in Ucraina (Ukrsotsbank), la joint venture di Pioneer con Santander Asset Management (che da sola ridurrà i dipendenti di 6mila unità) e la cessione o la ristrutturazione dei business poco redditizi (come il retail banking in Austria e il leasing in Italia), in aggiunta alla continua riduzione del portafoglio della banca “non core”.

OBIETTIVI DI BILANCIO AL 2018: UTILE A 5,3 MILIARDI, DIVIDENDI “COSPICUI”

Il piano fissa poi gli obiettivi di bilancio al 2018: utile netto di 5,3 miliardi di euro, con Rote (return on tangible asset) all’11%; costi totali a 12,9 miliardi, con un rapporto costi-ricavi al 50% e un costo del rischio a 67 punti base; Cet1 ratio fully loaded al 12,6%, prima della distribuzione dei dividendi e superiore all’obiettivo interno dell’11,5%, che consentirà “una distribuzione cospicua di dividendi”, pari a una percentuale di distribuzione dell’utile del 40% in media negli esercizi compresi nell’arco del piano; crediti a clientela è di 503 miliardi di euro, con asset ponderati per il rischio a 425 miliardi.

GHIZZONI: “PIANO AMBIZIOSO MA REALISTICO, ARRIVERANNO ANCHE INVESTIMENTI IMPORTANTI”

“Abbiamo approvato un piano che prevede per il 2018 obiettivi importanti in termini di redditività e coefficienti patrimoniali – ha commentato l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni –, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e di distribuire dividendi. È un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso, ma è soprattutto realistico, perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un piano totalmente autofinanziato. Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione. Possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi sia con azioni di discontinuità come l’uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditività. Prevediamo investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l’evoluzione digitale del gruppo investiremo un miliardo e 200 milioni di euro”.

NEL TERZO TRIMESTRE L’UTILE CALA, MA MENO DEL PREVISTO

Quanto ai numeri dei primi 9 mesi del 2015, il gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto 1,541 miliardi di euro, in calo del 16,1% su anno, dato su cui pesano 400 milioni di componenti straordinarie relative a nuovi oneri sistemici, alla svalutazione di Ukrsotsbank e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri in Croazia. Nel solo terzo trimestre, l’utile netto del gruppo si è attestato a 507 milioni di euro, in calo del 29,8% su anno e del 3% rispetto al periodo aprile-giugno. Il dato del trimestre è superiore alle stime degli analisti, che si fermavano in media a 458 milioni.

PIONEER-SANTANDER AM: FIRMATO L’ACCORDO PER L’INTEGRAZIONE

Unicredit, inoltre, comunica di aver sottoscritto l’accordo quadro vincolante con Santander e i fondi Atlantic e Warburg Pincus per l’integrazione di Pioneer Investments e Santander Am. Dall’operazione nascerà “una società leader a livello globale nel settore dell’asset management”, di cui Unicredit possiederà il 33%. “Le parti avvieranno le azioni necessarie per ottenere le autorizzazioni dovute, incluse quelle delle autorità regolamentari nei Paesi dove le due società sono presenti”, si legge in una nota. L’operazione dovrebbe essere chiudersi nel 2016.

SALE IL TITOLO IN BORSA

Dopo questa serie di comunicazioni, all’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Unicredit guadagna l’1,5%, a 6,01 euro per azione. 

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