Le nuove parole d’ordine per l’investimento dei fondi pensione sono flessibilità e responsabilità. Il nuovo paradigma è stato introdotto dal decreto ministeriale 166 del 2014 recante norme sui criteri e limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti di interesse. Negli ultimi anni, infatti, il settore della previdenza complementare è stato oggetto di attenzione da parte del legislatore con importanti novità che si potrebbero tradurre in vantaggi per gli aderenti ai fondi pensione.
Per fornire un supporto agli operatori del settore, utile ad affrontare questi cambiamenti, Generali Investments ha sponsorizzato uno studio redatto dal centro Baffi Carefin dell’Università Bocconi sul tema: “Documento sulla Politica degli Investimenti e Gestione Finanziaria delle forme pensionistiche complementari: modelli esistenti e prospettive”.
Santo Borsellino, amministratore delegato di Generali Investments, aprendo la presentazione dello studio ha dichiarato: “Vogliamo essere un interlocutore attento alle tematiche del mercato, in particolare al tema normativo che ormai entra nei consigli di amministrazione con vincoli, ma anche con opportunità. Da qui si nasce l’idea di una partnership con Baffi Carefin dell’Università Bocconi con la quale trovare temi interessanti sui quali offrire spunti di riflessione. In questo caso si tratta di uno studio su come i fondi pensione possono sfruttare le opportunità della normativa 166-2014”.
“I principali elementi di interesse – spiega l’AD – sono due: la maggiore flessibilità e la responsabilizzazione. Il primo tema è importante perchè permette di seguire il trend europeo e internazionale. Inoltre, viste le politiche monetarie, un maggior grado di libertà è la risposta giusta per portare i risultati ai nostri clienti. La maggior responsabilità funge da contrappeso: si introduce più flessibilità, ma è richiesta anche più competenza nel monitorare i rischi di questi investimenti” conclude Borsellino.
Sergio Paci, docente dell’Università Bocconi e co-autore dello studio, ha aggiunto: “Lo studio è volto ad analizzare come i fondi pensione negoziali italiani reagiscano alle recenti novità regolamentari. Da questo importante lavoro emerge come, di fronte alla possibilità di allargare l’universo di investimento e gli approcci di gestione, i fondi necessitino di sempre maggiori competenze finanziarie. La maggiore attenzione all’aspetto qualitativo dell’investimento richiede infatti che gli operatori del settore si dotino di risorse e competenze più sofisticate di prima, anche facendo affidamento ai migliori partner esterni”:
Il D.M. 166/2014 e il documento sulle politiche di investimento
Lo studio si concentra principalmente sulle due novità rivolte ai fondi pensione negoziali italiani che hanno maggiore impatto sul settore: il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze numero 166 del 2014 e il documento sulle politiche di investimento emanato con deliberazione COVIP (la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) del 2012.
In particolare, il D.M. 166/2014 ha semplificato le restrizioni quantitative agli investimenti – concedendo ai fondi una più ampia copertura dei mercati internazionali e una maggiore flessibilità di gestione – e spostato l’attenzione sul modello organizzativo di gestione e controllo del rischio. Il documento sulle politiche di investimento, d’altra parte, ha fornito uno standard unico per l’informativa inerente l’approccio agli investimenti dei fondi. Lo studio ha valutato la qualità dell’informativa prodotta da un campione di quasi 20 fondi in relazione ad alcuni parametri tra cui la complessità del fondo e le caratteristiche demografiche dei suoi iscritti.
Il D.M. 166/2014 rappresenta il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva europea sui fondi pensione che ha reso necessario procedere ad una revisione della disciplina. La riduzione dei limiti quantitativi e l’allargamento delle opzioni di investimento sono accompagnate da una maggiore focalizzazione sui processi decisionali del fondo pensione, sulle capacità professionali e sull’adeguatezza delle strutture organizzative.
Il tutto sotto controllo della COVIP che, per i fondi pensione, ha a disposizione, quale primaria fonte di informazione, cui eventualmente aggiungere le risultanze delle visite ispettive, il Documento sulla politica di investimento. La capacità organizzativa e professionale del fondo in termine di risk management dovrà precedere qualunque tipo di investimento e dovrà essere presente sia dalla definizione della strategia di investimento che deve individuare gli obiettivi di rischio/rendimento e il limite massimo di rischio tollerabile con riferimento ai singoli investimenti e al portafoglio nel suo complesso. In particolare la strategia di investimento dovrà essere motivata e coerente con gli interessi degli iscritti.
Pur mantenendo principi e criteri improntati alla sana e prudente gestione, il D.M. 116/14 in termini generali si caratterizza per:
- una semplificazione e riduzione dei limiti quantitativi,
- un allargamento delle opzioni di investimento,
- l’introduzione di un approccio qualitatito accompagnato dal rispetto del principio di diversificazione degli attivi e dei rischi e contenimento dei costi di transazione, gestione e funzionamento,
- una maggiore attenzione sui modelli organizzativi di gestione e controllo del rischio, proporzionati alle caratteristiche dimensionali ed alla complessità della politica di investimento,
- una maggiore autonomia e responsabilizzazione degli organi di governance in tema di gestione finanziaria e processi decisionali collegati,
- una maggiore attenzione alla coerenza tra strategia di investimento ed interessi degli iscritti,
- una maggiore attenzione a che i risultati di gestione vengano verificati attraverso parametri di riferimento coerenti con gli obiettivi e i criteri della politica di investimento,
- un rafforzamento del ruolo della COVIP con particolare riferimento ai compiti di controllo sulla adeguatezza della struttura organizzativa, professionale e tecnica delle politiche, sulle procedure di controllo del rischio e sui parametri di verifica, un preciso collegamento con il documento sulle politiche di investimento,
- una rimodulazione della disciplina sui conflitti di interesse attraverso la preventiva gestione e controllo dei conflitti attraverso adeguate misure organizzative.