Salgono del 51% i profitti di Citigroup nel terzo trimestre, grazie soprattutto alla riduzione delle spese operative, che sono calate del 18% a 10,7 miliardi di dollari (-13% con dollaro costante), per lo più grazie al ribasso dei costi legali, scesi da 1,6 miliardi a 376 milioni. I costi di riposizionamento sono scivolati invece da 382 a 81 milioni.
La terza banca americana per asset ha messo a segno un utile di 4,291 miliardi di dollari (1,35 dollari per azione) contro i 2,841 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso (88 centesimi per azione). Se si escludono le voci straordinarie, l’utile è stato di 1,31 dollari per azione, contro i 95 centesimi dell’anno scorso e meglio degli 1,28 dollari attesi dagli analisti.
Il fatturato è calato del 5%, a 18,692 miliardi di dollari, dai 19,698 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo aggiustamenti contabili, il giro d’affari è stato di 18,5 miliardi, in linea con le previsioni.
“Nel trimestre c’è stata una buona dose di volatilità e i risultati dimostrano la resilienza delle nostre attività a livello globale. Nonostante i venti contrari sui ricavi, abbiamo dimostrato di essere in grado di gestire il rischio, le spese e il capitale”, ha detto l’amministratore delegato della Banca, Michael Corbat.
Da segnalare che i profitti di Citi Holdings, la bad bank di Citigroup dove confluiscono gli asset di cui disfarsi, ha chiuso in utile per il quinto trimestre di fila e l’istituto prevede almeno il pareggio per il 2015. Citicorp, la divisione in cui sono raggruppate le attività di corporate banking e consumo, ha messo a segno profitti per 4,26 miliardi, il 62% in più dai 2,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.