Nel corso del week end se n’è andato Giuseppe Zadra, Puccio per gli amici, figura di spicco della finanza italiana degli ultimi trent’anni, prima in Consob, dove contribuì alla modernizzazione della Borsa italiana, e poi come autorevole direttore generale dell’Abi dove aprì il dialogo tra le banche e i consumatori con l’iniziativa di “Patti Chiari”. Fino alla quotazione era stato presidente di Anima Holding.
Uomo di grande cultura finanziaria ma anche di notevole lungimiranza e di rara umanità, Puccio Zadra era un personaggio di spicco nel mondo della finanza. Merita di essere ricordata un’esperienza personale che ne mette in luce le qualità professionali e umane. Nei primi anni del Duemila mi trovai a scrivere sul Sole 24 Ore articoli e analisi molto critiche nei confronti delle banche che si erano rese responsabili di operazioni dannose o poco trasparenti nei confronti dei clienti e che finì portare poi il Parlamento ad approvare la famosa legge sul risparmio.
Anziché protestare come spesso fanno i potenti, Zadra, che non conoscevo personalmente, mi telefonò e mi invito a un incontro in cui mi chiese solo di poter spiegare e illustrare approfonditamente la linea dell’Abi e di potere rispondere alle mie domande e obiezioni. Andammo a pranzo nel centro di Roma nel ristorante dove, da parlamentare, era di casa Nino Andreatta, che per un trentino come Zadra era un assoluto punto di riferimento morale, culturale e politico.
“Lei scriva quel che crede e quello che le sembra giusto – mi disse congedandomi amabilmente – ma sappia che quelle che ho esposto sono le ragioni della linea dell’Abi”. Non mi chiese altro. Fui molto colpito dall’umanità, dal rispetto per la stampa e dall’intelligenza professionale di Puccio Zadra e da allora nacque tra noi un rapporto di stima e di amicizia, come documenta anche la pubblicazione proprio su FIRSTonline di uno dei suoi ultimi scritti, come sempre acuto e lungimirante. (fl)