Quattro condanne e tre assoluzioni per il crac Alitalia oltre a risarcimenti milionari a carico dei precedenti amministratori. La sentenza di primo grado del tribunale di Roma ha rilevato la colpevolezza di Giancarlo Cimoli, presidente e ad della compagnia tra il 2004 e il 2007, di Pierluigi Ceschia, ex responsabile del settore Finanza Straordinaria, di Gabriele Spazzadeschi, già direttore centrale del settore
Amministrazione e Finanza, e di Francesco Mengozzi, ad di Alitalia tra il 2001 e il 2004 e condannato a 5 anni di reclusione.
Tre, invece, le persone assolte. Assolti, per non aver commesso il fatto, gli ex funzionari Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti, e, perché il fatto non costituisce reato, Gennaro Tocci, già responsabile del settore Acquisti e Gestione Asset Flotta.
I quattro condannati in primo grado sarebbero stati responsabili, secondo i giudici, della bancarotta della compagnia aerea, per distrazione o dissipazione. Il solo Cimoli, che ha ricevuto la condanna più pesante (8 anni e 8 mesi), sarebbe stato colpevole anche di due episodi di aggiotaggio per aver diffuso, tra il 2005 e il 2006, notizie false idonee ad alterare i valori del titolo di Alitalia.
Il tribunale, inoltre, ha condannato i quattro, che con ogni probabilità ricorerrano, a risarcimenti milionari. Gli ex amministratori di Alitalia, condannati per il crac del vettore, dovranno risarcire le parti civili per oltre 355 milioni di euro in solido. Lo ha deciso il Tribunale di Roma. Il solo Giancarlo Cimoli, ex presidente della società condannato a 8 anni, dovrà sborsare 120 milioni di euro.
I soldi dovranno andare, tra gli altri, ad Alitalia Linee Aeree Italiane, Alitalia Servizi, Alitalia Airport, Alitalia Express e Volare cioè a quella parte della vecchia Alitalia finita in amministrazione straordinaria (a carico dello Stato) e scorporata da Cai, la Compagnia aerea italiana acquisita dai “capitani coraggiosi” all’epoca del governo Berlusconi e ora partecipata da Etihad.
