Dopo una mattinata volatile le Borse europee imboccano con decisione la strada dei ribassi. Il pessimismo si è innescato quando alcune indiscrezioni di stampa allargavano alla casa automobilistica Bmw lo scandalo sulla manipolazione delle emissioni nocive di gas che ha travolto la casa tedesca Volkswagen. La rivista “Auto Bild” aveva infatti avanzato l’indiscrezione che anche Bmw, con il modello X3 a diesel, non rispettasse le normative europee antinquinamento. Dura la replica del gruppo bavarese: “Alla Bmw non imbrogliamo e siamo ovviamente conformi alle esigenze legali in tutti i Paesi e passiamo tutti i test locali”.
Alla chiusura quasi tutti i principali listini registrano perdite sopra il 2%. Fa eccezione Londra che riesce a limitare il calo a -1,33. Milano cede il 2,31%, Parigi il 2,17% e Francoforte il 2,10%. Il listino tedesco è sceso in intraday sotto quota 9400 punti, minimi dell’anno, livello mai toccato dal dicembre 2014. Di fronte allo scandalo Volkswagen nulla ha potuto sul sentimento la diffusione dell’indice Ifo di settembre che si è attestato a 108,5, sopra le attese ma che chiaramente non riflette i contraccolpi che avrà sull’industria e sull’economia la vicenda Volkswagen. Il ministro tedesco dei Trasporti, Alexander Dobrindt, parlando con la stampa a Berlino ha tra l’altro riferito che “ci sono anche macchine con motori diesel di cilindrata 1,6 e 2 litri che sono coinvolte dal problema anche in Europa”. Ed è arrivata anche la tagliola delle agenzie di rating. Moody’s ha abbassato a negativo da stabile l’outolook sul merito di credito di Volkswagen.
Lo scandalo dei motori diesel truccati ha colpito anche Tokyo che ha chiuso in calo del 2,76% con i titoli del settore, tra cui Mazda, colpiti tutti dalle vendite. Ma un’altra tegola è arrivata anche dagli Usa dove il colosso Caterpillar, specializzato nella costruzione di macchine movimento terra spesso usato come barometro dell’attività economica, ha annunciato un taglio delle stime sui ricavi 2015 e operazioni di riduzione dei costi che probabilmente risulteranno in 10.000 esuberi. A Wall Street il Dow Jones cede l’1,27%, l’S&P500 l’1,21%. Nonostante sul fronte macroeconomico siano arrivati diversi risultati meglio delle attese.
Negli Stati uniti le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono aumentate di 3mila unità a 267mila nella settimana terminata il 19 settembre ma meno delle attese degli economisti che stimavano richieste per 275mila unità. Le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono aumentate in agosto del 5,7% rispetto al mese precedente alla quota destagionalizzata di 0,552 milioni di unità, molto meglio delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo limitato all’1,6%.
Gli ordini dei beni durevoli di agosto sono calati del 2% contro attese per un calo del 2,5%. Il petrolio Wti sale dello 0,58% a 44,74 dollari al barile. Il cambio euro dollaro sale dello 0,67%. In Italia Moody’s ha alzato le stime di crescita del Pil a +0,7% per il 2015 e dell’1,2% per il 2016. L’ISTAT ha comunicato che le vendite al dettaglio hanno segnato a luglio un aumento dello 0,4% congiunturale (indice destagionalizzato) e dell’1,7% tendenziale (indice grezzo), mantenendo un ritmo di crescita analogo a quello registrato il mese precedente. Lo spread Btp/bund ha chiuso poco mosso a 114 punti base.
A Piazza Affari le vendite colpiscono come prevedibile l’auto con Fca che precipita del 7,5% ma anche Cnh Industrial -5,7% che tocca tocca i minimi da ottobre 2014 ben sotto quota 6 euro sulla scia delle cattive notizie giunte da Caterpillar. Secondo peggior titolo Buzzi Unicem in scia al settore delle costruzioni in tutta europa. Tra i peggiori del Ftse Mib anche Mediaset -4,79% e Exor -4,58%.
Solo tre titoli tra le blue chip chiudono in territorio positivo. Il migliore è Bmps +4,45%, dopo un balzo intraday di oltre l’8%, grazie all’accordo raggiunto con Nomura sul derivato Alexandria. Secondo gli analisti l’estinzione di Alexandria sarebbe costata a Banca Mps 799 milioni di euro, invece l’accordo tra Mps e Nomura ha fissato in 359 milioni di euro l’esborso che dovrà sostenere la banca senese, ossia il 45% del costo originale. A conto economico l’accordo ha comportato un impatto negativo straordinario di 88 milioni di euro al netto delle imposte per questo esercizio ma, detto Bernardo Mingrone, cfo uscente della banca senese, nella conference con gli analisti, Banca Mps mantiene il suo target di ritorno al profitto nel 2015. Aprendo la conference call l’ad Fabrizio Viola ha commentato che l’accordo lo “rende fiducioso sulla capacità della banca di continuare a soddisfare le richieste della Bce sul capitale”. In positivo, seppur con guadagni marginali, anche Mediobanca +0,12% e Azimut Holding +0,05%.