Svolta decisiva per la riforma costituzionale del Senato. Dopo che nel primo pomeriggio le opposizioni hanno ritirato quasi tutti gli emendamenti al provvedimento, il governo Renzi incassa una vittoria anche nell’infuocata riunione dei capigruppo di Palazzo Madama, che ha stabilito che il disegno di legge firmato da Maria Elena Boschi andrà in Aula già domattina per la discussione generale. Mercoledì 23 il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti mentre lunedì pomeriggio si terrà la direzione del Pd.
La decisione della capigruppo è stata annunciata dalla capogruppo di Sel a Palazzo Madama, Loredana De Petris, al termine della riunione. La proposta del Pd però è stata votata a maggioranza e non all’unanimità: mancando quindi l’unaminimità sarà ora l’assemblea a dover approvare il calendario. La De Petris riferisce anche di un “duro scontro” tra maggioranza e opposizione nel corso della conferenza.
Le opposizioni chiedevano infatti di dilatare i tempi per permettere la riunione di un comitato ristretto sulle riforme che provasse a sciogliere i nodi politici attorno al testo Boschi (l’articolo 2, sulla elezione diretta dei membri del nuovo Senato). “Ci hanno detto di no. Siamo di fronte ad una forzatura inaccettabile”, dice il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani.
