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Rialzo tassi Usa: probabile slittamento a ottobre. Mercati in ansia nell’anniversario di Lehman

Nell’anniversario del crack Lehman del 2008 i mercati restano in ansia per le decisioni di giovedì della Fed sui tassi americani, ma le voci della vigilia indicano un probabile rinvio del rialzo ad ottobre – La Bank of Japan si prepara invece a rafforzare il suo Qe – Petrolio ancora in discesa – A Piazza Affari lusso, banche, energia e tlc nella bufera

Rialzo tassi Usa: probabile slittamento a ottobre. Mercati in ansia nell’anniversario di Lehman

Silenzio, la parola passa alle banche centrali. La prima a scendere in campo è stata la Bank of Japan: la strategia del governatore Kuroda non cambia, proseguiranno così gli acquisti (80 miliardi al mese) della banca centrale. Ma il comunicato finale, al termine della riunione del board, lascia intendere che il Qe potrebbe essere rafforzato ad ottobre per contrastare la caduta della domanda dei Paesi emergenti. 

La Borsa di Tokyo ha reagito a questi segnali con un rialzo dell’1,5%. Deboli, invece i listini cinesi: Shanghai -1,4%, Shenzhen -1,2%. Hong Kong -0,1%. 

WALL STREET DEBOLE NELL’ANNIVERSARIO DEL CRACK LEHMAN

Il settimo anniversario del crack di Lehman Brothers è passato ieri in sordina, oscurato dall’attesa per le prossime decisioni della Fed. I listini Usa hanno virato al ribasso in una riunione segnata da scambi deboli. L’opinione più diffusa è che Janet Yellen propenda per un nuovo rinvio del rialzo, ora previsto per ottobre. 

Nell’attesa il Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0,38%, l’indice S&P 500 dello 0,41%. Nasdaq -0,34%. In evidenza Apple (+0,96%): i pre-ordini del nuovo iPhone 6s hanno superato i record precedenti. 

Ancora in discesa il petrolio: il Brent è scivolato a 46,64 dollari al barile e il Wti tratta stamane a 44,39 dollari. 

EUROPA, A MILANO TOCCA LA MAGLIA NERA 

Anche le Borse europee si sono mosse sotto il segno della Fed. Peggio di tutte ha fatto Milano (-0,96%), al solito la più sensibile ai movimenti del comparto finanziario. In ribasso nel finale gli altri mercati: a Parigi l’indice Cac segna un calo dello 0,67%, Londra -0,54%. A Francoforte, in discreto rialzo per tutta la seduta, il Dax riduce nel finale il rialzo ad un modesto +0,08%. In leggero rialzo anche lo spread tra Btp e Bund, a 120 punti base.

L’OPEC TAGLIA LE STIME, SAIPEM E TENARIS FRENANO 

A condizionare la giornata è stata anche la pressione sui titoli petroliferi dopo che l’Opec ha tagliato di 50 mila barili al giorno le previsioni sulla crescita della domanda di petrolio per il 2016, a fronte della frenata dei consumi nei Paesi emergenti. In compenso, rallenta la produzione dello shale gas e di altri produttori non Opec.

Eni è scesa dello 0,4%, Saipem -2,5%. Per larga parte della seduta Tenaris è stata tra le peggiori blue chip di Piazza Affari per poi limitare la discesa all’1,7%. Sul titolo è intervenuta Goldman Sachs che ha ribadito prudenza. La raccomandazione rimane Neutral, mentre il target price viene marginalmente ritoccato a 11,90 euro. Da inizio del 2015 il titolo registra un ribasso del 10%.

Giornata negativa anche per le principali utility: Enel -0,2%, A2A -1,8%, Enel Green Power -2,1%. Poco mosse Snam (+0,18%) e Terna (-0,14%) su cui Exane Bnp Paribas ha alzato il prezzo obiettivo rispettivamente a 5 da 4,9 euro (outperform) e a 4,1 da 3,9 euro (neutral).

NOMURA TAGLIA LE TLC: TELECOM -3,4%

Giornata difficile per Telecom Italia che ha chiuso in calo del 3,4% ai minimi della seduta. A scatenare le vendite è stato il report di Nomura che ha tagliato da buy a reduce il rating dell’intero comparto europeo. 

La decisione è da collegare alla rinuncia degli operatori scandinavi TeliaSonera e Telonor ad una fusione a fronte delle condizioni imposte dalla commissaria alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, che ha deciso di analizzare in dettaglio i rischi per i consumatori che possono derivare dal consolidamento del settore. I due gestori, seondo Bruxelles, potrebbero esser costretti a cedere asset sufficienti a consentire la nascita d un quarto operatore. In queste condizioni, rischiano lo stop i progetti di M&A in cantiere nel Vecchio Continente, a partire da 3-Wind.

Nomura ha tagliato la raccomandazione di Telecom a Reduce, la precedente valutazione era Neutral. Il target price è stato fissato a 0,99 euro da 1,10 euro.

YOOX E-COMMERCE

Yoox ha azzerato in un colpo solo i progressi della scorsa settimana con una seduta in calo del 3,7%, a 26,95 euro. La crisi delle valute emergenti e il rallentamento dei consumi in Cina sta mettendo a dura prova tutti i protagonisti del settore del commercio elettronico. 

A Wall Street Alibaba perde il 4%. Dopo la dura analisi di Barron’s, che nell’ultimo numero ha scritto: “Il colosso cinese dell’e-commerce è nettamente sopravvalutato e dovrebbe perdere in Borsa un altro 50%, dopo che le quotazioni si sono già dimezzate dal massimo storico segnato il 10 novembre scorso”. Quel giorno Alibaba raggiunse il top di 119 dollari, due mesi dopo il debutto a Wall Street.  

A Londra Asos subisce perdite simili e torna sui livelli di prezzo di inizio gennaio, il titolo è reduce da otto settimane negative di seguito. Unica a salvarsi è Zalando, che a Francoforte è quasi invariata. 

Perdite pesanti anche per gli altri titoli del lusso: Moncler -3,25%, Ferragamo -1,03%. 

A Milano hanno sofferto anche le banche: Intesa è scesa dell’1,7%, Unicredit invariata, Monte Paschi -2,7%, Pop.Milano -2,5%. 

Mediobanca (-0,96%) ha emesso un bond decennale riservato agli investitori retail con cedole trimestrali (euribor 3 mesi + 2,25% annuo) e rendimento minimo annuo del 3%.

In controtendenza Buzzi, che ha chiuso in rialzo dell’1,1% dopo avere annunciato l’offerta per acquisire il ramo d’azienda relativo alle attività di cemento e calcestruzzi di Sacci. L’offerta prevede il pagamento di un prezzo provvisorio di 74 milioni suscettibile di aggiustamenti (in base ai debiti e crediti del ramo d’azienda nel momento del trasferimento e a cui è previsto che si aggiunga una parte variabile in funzione di alcuni eventi futuri) non superiore ai 25 milioni. 

Fra gli industriali, StM arretra dello 0,5%, Prysmian -0,7%, scendono anche Fiat Chrysler (-0,9%) e Cnh Industrial (-1,2%).

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