Le turbolenze che hanno caratterizzato i mercati internazionali negli ultimi mesi e il moltiplicarsi dei segnali di decelerazione del commercio mondiale aumentano i rischi anche per lo scenario macroeconomico italiano. Le condizioni favorevoli determinatesi da fine 2014 con la caduta del prezzo del petrolio e l’avvio del Quantitative easing della Bce sembrano ridimensionarsi.
Soprattutto si presenta più debole la dinamica del commercio mondiale, data la decelerazione della domanda dei paesi emergenti. Anche la competitività dei paesi dell’Eurozona è meno favorevole rispetto a quanto traspaia dall’andamento del cambio bilaterale dell’euro verso il dollaro: le svalutazioni operate da molti paesi emergenti provocheranno una riduzione dei prezzi dei manufatti in dollari, che metterà sotto pressione l’industria delle economie avanzate.
I dati dei primi mesi dell’anno sono comunque incoraggianti. L’Italia è tornata a crescere, approssimando i ritmi medi dell’Eurozona. Oltre all’apporto del quadro economico internazionale di inizio anno – soprattutto la caduta del prezzo del petrolio e i bassi tassi d’interesse – è risultato significativo l’impatto dell’introduzione dei nuovi modelli di auto lanciati da Fca.
Il forte rialzo della produzione di auto spiega una quota significativa del recupero dell’economia italiana dei mesi scorsi. Le tendenze dei mesi estivi dovrebbero confermare una crescita in linea con quella della prima parte dell’anno, mentre l’impatto della crisi finanziaria dei mesi estivi sarà probabilmente visibile nei dati di fi ne anno. Gli effetti sulla crescita del 2015 saranno certamente modesti, mentre sono aumentati i rischi sul 2016.