“Il programma per il salvataggio della Grecia l’unica cosa che dice sulla crescita è che le autorità greche si impegnano a elaborare un piano per la crescita nel luglio 2016. Questo piano non può funzionare, lo sostiene anche il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble”. Non le manda a dire l’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ospite al Forum Ambrosetti e chiamato a intervenire sul futuro dell’Europa nel panel intitolato “Vecchi e nuovi conflitti e sfide nell’Unione europea”.
“La mia tragedia personale – ha spiegato Varoufakis alla platea di politici e imprenditori dove l’anno scorso aveva esordito anche Tsipras – è che non sono d’accordo con nessuno dei programmi politici che ho davanti a me. Tsipras è stato ricattato a luglio ad accettare un progetto che tutti sapevano che non poteva funzionare. E’ stata una sconfitta per la Grecia e per l’Europa: Alexis è un amico, mi fa male vederlo così, si è trovato calpestato da elefanti che litigavano. Come lui il popolo greco, che secondo me in grande maggioranza vuole rimanere in Europa ma che ora si trova davanti a programmi di salvataggio destinati a fallire”.
Niente crescita fino al 2016 insomma, e neanche la possibilità di presentare il famoso piano alternativo alla troika o all’Eurogruppo: “Ci è stato impedito, il nostro piano era valido ma la sensazione era che le istituzioni europee non volessero in ogni caso essere scavalcate. La risposta dunque non si può trovare nei verbali ma nella crisi esistenziale dell’Europa”, ha accusato l’ex ministro greco.
Il piano Varoufakis è storia nota: credit default swap anziché il classico haircut, avanzo primario del 2% e bad bank. “Il nostro debito pubblico è insostenibile e questa situazione ci costringe a fissare avanzi primari insostenibili”, ha continuato Varoufakis, che resta convinto che “la grande maggioranza del popolo greco vuole restare nell’eurozona, ma non a queste condizioni. La fiducia nell’eurozona può tornare solo se cambiamo la governance dell’unione monetaria: i nostri soldi devono essere gestiti più democraticamente”.
L’economista ellenico è anche intervenuto sullo scottante tema dell’immigrazione, affermando che l’Europa sta ancora una volta “mancando di credibilità, di anima e che sta fallendo nel fronteggiare l’emergenza”. Alle sue parole hanno fatto eco anche quelle dell’ex premier italiano Mario Monti, che già l’anno scorso, contro i pronostici, si era dichiarato in sintonia con Tsipras: “C’è il rischio che l’Italia subisca una sorta di downgrade etico e venga vista dai paesi dell’Europa del Nord solo come una sorta di barriera per assorbire l’impatto delle invasioni barbariche provenienti dall’Africa”.
“Ho un’estrema preoccupazione – ha detto Monti – che il Nord Europa possa considerare i paesi del Sud come irrecuperabili“. Poi però il monito, facendo proprio un parallelo con la recente esperienza greca: “Noi italiani dobbiamo stare attenti quando ci innamoriamo di posizioni estreme in Grecia, che loro stessi hanno abbandonato, o pensiamo di fare piazza pulita dell’Europa”. In risposta alle parole dell’ex ministro delle Finanze greco, Varoufakis, Monti ha commentato: “Sono consolato dal fatto che il popolo greco conserva un attaccamento all’euro, segno della comprensione di dove sarebbe finito senza di esso. Non so se il programma di riforme sia sostenibile o no, ma c’è. E il governo lavorerà su quello”.
In attesa di sapere quale sarà il nuovo governo, Varoufakis ha così commentato elezioni greche, in programma il 20 settembre, che vedranno l’ex compagno di avventura Alexis Tsipras e quel che resta di Syriza cercare la riconferma dopo un’estate tormentata, segnata prima da un referendum trionfale e poi dalle dimissioni del premier: “Tsipras vincerà”, sostiene Varoufakis il quale però, nonostante la mano tesa a Cernobbio, aveva già dichiarato di non sostenere la sua ricandidatura a causa delle divergenze politiche emerse negli ultimi mesi.