In Europa si parla di unione politica e bancaria. Qualcuno ne vorrebbe anche una fiscale, mentre c’è chi mette in discussione quella monetaria. Ma un’altra priorità è che quella di un’Unione energetica. Per arrivare a questo traguardo, sono tre le principali sfide che il settore energetico europeo deve affrontare: l’attuazione di una governance europea veramente integrata, il raggiungimento di una struttura di mercato “a prova di futuro” e lo sviluppo delle tecnologie digitali.
Queste le conclusioni della ricerca “Realizzare l’Unione Energetica europea. Proposte e raccomandazioni di policy per dare energia alla competitività dell’Europa”, condotta da The European House – Ambrosetti (TEH-A) in collaborazione con Enel e presentata oggi a Cernobbio nell’ambito del Forum “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. “Si tratta – ha spiegato l’ex commissario Ue Joaquin Almunia, coordinatore della ricerca – di rimuovere gli ostacoli a un mercato unico dell’energia, e di stabilire le linee guida. Dobbiamo dipendere meno dall’importazione da altre aree e puntare sull’efficienza energetica”.
Le proposte di Enel-Ambrosetti sono sostanzialmente otto:
- Armonizzare le norme europee con una logica top-down e quindi con una base normativa e istituzionale europea solida, dando più potere agli organi comunitari;
- Accelerare l’integrazione dei mercati energetici europei, anche attraverso meccanismi di cooperazione regionale;
- Razionalizzare il processo di completamento degli interconnettori europei sulla base di analisi costi-benefici;
- Stabilire una struttura di mercato coerente con gli obiettivi di de-carbonizzazione della Ue, anche tramite l’adozione di contratti di lungo periodo;
- Definire criteri trasparenti e commisurati ai costi per la formazione di prezzi al dettaglio;
- Promuovere una nuova normativa per la digitalizzazione del sistema energetico europeo, ponendo le smart grid al centro di questo processo;
- Facilitare l’accesso ai finanziamenti per i progetti di efficienza energetica;
- Rendere l’Europa pioniere mondiale nell’applicazione, diffusione ed esportazione di tecnologie energetiche innovative.
“Enel sostiene con molta forza l’evoluzione della politica europea in materia di energia ed ambiente – ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore denerale Enel Francesco Starace – ed in particolare la piena integrazione dei mercati energetici dell’Unione come strumento essenziale per raggiungere gli obiettivi europei in maniera efficiente e sostenibile. Le sfide attuali sono quelle di creare un contesto regolatorio stabile e uniforme in grado di fornire certezze agli investitori per disegnare un mercato integrato con segnali di lungo periodo e migliorare le interconnessioni tra gli Stati, sviluppando al meglio le smart grids e investendo nella digitalizzazione delle reti. In questo l’esperienza italiana è d’esempio”.
L’obiettivo finale dovrà essere anche quello di un costo minore dell’energia per il consumatore. Benefici sulla bolletta per le famiglia italiane ed europee, insomma: “Attualmente – spiega Starace – sulle bollette ci sono un sacco di costi in più per il consumatore finale, e spesso queste difettano anche di trasparenze. Questo non dipende dalle società ma dall’assenza di un mercato comune: l’uniformazione del sistema energetico porterà benefici tangibili per i cittadini, non solo italiani ma anche di tutti gli altri Paesi membri”.
Lo studio sottolinea poi come gli sforzi compiuti in passato dalla Commissione Europea e dagli Stati Membri abbiano portato a ridurre gradualmente il peso della produzione da fonti convenzionali a favore delle fonti rinnovabili e a bassa emissione di CO2: dal 1990 ad oggi le emissioni di gas serra si sono ridotte del 18% mentre la quota di energia da fonti rinnovabili è arrivata al 15%. La Ue è quindi sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di energia e clima, anche se lo stesso documento ha evidenziato alcune criticità non risolte quali: la dipendenza energetica, come sottolineato da Almunia, in particolare da Paesi ad alto rischio geopolitico; il funzionamento del mercato interno dell’energia, che non consente di prendere adeguate decisioni di investimento per la mancanza di segnali di prezzo di lungo periodo; prezzi al dettaglio che, non commisurati ai costi, generano distorsioni del mercato tra gli Stati Membri; la necessità di migliorare l’accesso ai finanziamenti delle iniziative di efficienza energetica; in ambito di tutela ambientale la mancanza di un adeguato quadro competitivo in materia di fonti rinnovabili e un chiaro quadro europeo sugli incentivi; infine in tema di ricerca e innovazione, la necessità di sfruttare a pieno il potenziale in materia di sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali.