In Grecia i colpi di scena non finiscono mai. Nel giorno stesso in cui ha incassato il nuovo pacchetto di aiuti dell’Europa per 86 miliardi, il premier greco Alexis Tsipras ha deciso di alzare la posta in gioco, sfidando la sinistra interna di Syzira e dimettendosi in diretta di tv. Si andrà così alle elezioni anticipate che si terranno fra poche settimane, probabilmente il 20 settembre.
Tsipras aveva perso la maggioranza in Parlamento ma non ha voluto tentare nuove alleanze politiche, preferendo il voto anticipato.”Ora voglio un mandato forte” ha dichiarato Tsipras che ha ammesso che “non tutti gli obiettivi promessi sono stati raggiunti ma l’accordo con l’Unione europea è il miglior compromesso possibile”.
Proprio il nuovo piano di risanamento della Grecia, composto da 35 riforme tra cui le privatizzazioni, sarà la piattaforma elettorale con cui Tsipras si presenterà al voto di settembre con l’obiettivo di rafforzare la propria maggioranza che si era sfaldata qualche giorni fa in Parlamento per la spaccatura di Syzira.
Quella di Tsipras è una scommessa audace ma anche un rischio calcolato. Per lui questo è il momento migliore per andare al voto, anche se l’esito della consultazione popolare resta incerto. Non a caso c’è chi teme che Atene torni nel caso e ieri la Borsa greca ha perso il 3,5%.
Sul voto di Atene ci sono gli occhi di tutta l’Europa per almeno due buone ragioni. In primo luogo i creditori di Atene vogliono capire se il nuovo governo che uscirà dalle elezioni di settembre sarà in grado di mantenere le promesse e di attuare le riforme concordate per il risanamento e il rilancio della Grecia.
Ma le elezioni greche interessano molti Paesi europei anche per capire se il contagio del massimalismo di Syzira prima maniera è definitivamente destinato o no a soccombere a una più realistico riformismo modello Tsipras 2. Chi guarda al voto di Atene è soprattutto la Spagna che voterà in autunno dove si testerà sul piano nazionale la forza della formazione di sinistra Podemos che, dopo l’impennata alle elezioni amministrative di primavera, nelle ultime settimane è parsa in difficoltà di fronte al recupero del premier Rajoy che fa leva sul netto miglioramento dell’economia spagnola.
In un certo senso il voto greco è un test anche per l’Italia dove lo scontro tra la politica delle riforme del governo Renzi e il populismo di Grillo, della minoranza Pd e di Salvini è pane quotidiano.