L’Italia è in vetta alla prestigiosissima lista dei patrimoni dell’umanità inseriti dall’Unesco. Ne abbiamo ben 51, molti più di Francia, Stati Uniti, Francia e anche della Cina. Moltissimi di questi luoghi sono nel meridione del nostro Paese. Si tratta di posti incantevoli che potrebbero attirare ogni mese centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo. Basti pensare alla Valle dei Templi e alle Isole Eolie in Sicilia, agli scavi di Pompei e alla Reggia di Caserta in Campania, ai Trulli di Alberobello in Puglia, ai Sassi di Matera in Basilicata (la cittadina lucana sarà capoluogo europeo della Cultura nel 2019 ma non ha né un aeroporto né una stazione ferroviaria collegata alla rete dell’Alta velocità). Luoghi incantevoli, splendidi che ogni amante dell’arte, della storia, della tradizione e della bellezza dovrebbe visitare. Ma se questi luoghi, o meglio se gli enti locali che gestiscono questi tesori, non riescono a comunicare verso l’esterno la propria presenza, se non riescono a promuoversi con i canali giusti, allora non possiamo stupirci se l’Italia e il Meridione non volano in vetta alle classifiche mondiali. Basta andare a vedere un paio di dati per capire gli errori del nostro Paese e del Sud.
Il sito Italia.it, oltre all’italiano, è visitabile in sole 4 lingue, le classiche quattro lingue europee: inglese, francese, spagnolo e tedesco. Zero riferimenti alle lingue asiatiche. Eppure nello scorso anno il 23% degli arrivi turistici in Italia proveniva proprio dall’Asia e dal Pacifico. E probabilmente potrebbe essere una percentuale destinata ad aumentare se soltanto sapessimo comunicare in maniera migliore.
In Norvegia sanno bene che la comunicazione è molto importante, soprattutto per uno Stato splendido ma che ha solo 8 beni Unesco contro i nostri 51. Eppure, nonostante ciò, il sito visitnorway ha ben 16 lingue diverse e tra queste oltre all’inglese, all’italiano ecco che troviamo il cinese e il giapponese. Norvegia 16, Italia 4+1 (consideriamo anche la lingua italiana). Sicilia solo 2 lingue: italiano e inglese. Assolutamente inaccettabile. Soprattutto se stiamo parlando di una regione al primo posto per gli arrivi estivi di quest’anno. Se la passano un pochino meglio la Puglia (6 lingue tra cui il russo) e il Veneto (7 lingue tra cui il cinese). Non a caso il Veneto è la regione più visitata dai turisti stranieri. Ok, molto lo deve a Venezia ma anche a un ottimo sito internet di promozione turistica. La stessa cosa non si può dire per la Calabria, regione bellissima bagnata da due mari e promossa con un sito internet che porta immediatamente a chiudere la sessione internet per la disperazione.
Non ci si può sorprendere se l’Italia cresce poco e più lentamente a livello turistico rispetto agli altri principali competitor come Spagna e Stati Uniti. Nel rapporto del World Travel & Tourism Council ecco che l’Italia è al quinto posto al mondo per arrivi internazionali con 48,6 milioni di turisti, poco più della metà della Francia, primissima con 83,7 milioni. Potremmo consolarci dicendo che siamo davanti alla Germania (settima con 33 milioni) e al Regno Unito (ottavo con 32,6 milioni di arrivi) ma si soffoca in un mare di rimpianti andando a guardare i dati sugli introiti. In questa classifica l’Italia scende al settimo posto scavalcata dal Regno Unito e tallonata dalla Germania. Solo 45,5 miliardi di dollari di introiti dai turisti stranieri. Bene per introiti il Lazio, il Veneto e la Lombardia. Molto male la Sicilia e la Puglia: i turisti arrivano, soggiornano e ripartono spendendo solo pochi quattrini. In generale, si tratta di dati insufficienti per l’Italia viste le potenzialità turistiche del nostro Paese. L’Italia, e il meridione in particolare, sembra il classico alunno intelligente ma che non si impegna. Se non si inverte la tendenza rischiamo prima o poi di essere definitivamente bocciati.