Il 91% delle pensioni vigenti nella Gestione commercianti subirebbe una riduzione se venissero ricalcolate con il sistema contributivo. A dirlo è l’informativa di “Inps a porte aperte”, relativa alla previdenza degli iscritti alla Gestione commercianti, ovvero la categoria degli esercenti di attività commerciali è obbligatoriamente assicurata presso una apposita gestione assicurativa.
La legge ha esteso l’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti agli esercenti piccole imprese commerciali iscritti negli elenchi degli aventi diritto all’assicurazione obbligatoria contro le malattie, agli ausiliari del commercio ed agli altri lavoratori autonomi iscritti nei predetti elenchi, nonché ai loro familiari coadiutori (coniuge, figli legittimi e legittimati e nipoti in linea diretta, ascendenti, fratelli e sorelle), che partecipano al lavoro aziendale, con carattere di abitualità e prevalenza.
Il rapporto iscritti/pensionati sin qui costantemente superiore all’unità, è destinato a peggiorare significativamente a medio-lungo termine. Negli ultimi cinque anni, la gestione riporta risultati economici negativi superiori al miliardo di euro. Tra le particolarità del comparto spiccano l’esistenza di un minimale di reddito sulla base del quale devono necessariamente essere versati i contributi, anche nel caso in cui il reddito effettivo, accertato ai fini fiscali, risulti inferiore a tale soglia.
Inoltre, i contributi sul reddito sono molto inferiori a quelli complessivamente dovuti nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori. Per determinate categorie di esercenti che cessino definitivamente l’attività commerciale nel periodo 1° gennaio 2009 – 31 dicembre 2016, infine, è prevista, a domanda, l’erogazione di un indennizzo di importo pari al trattamento minimo di pensione. Secondo uno studio sulle pensioni