Il sindaco di Roma Ignazio Marino è sempre più solo. Dopo la cacciata dell’assessore ai Trasporti Guido Improta e l’azzeramento dei vertici Atac, nella serata di sabato è arrivato anche l’addio dell’assessore al Bilancio Silvia Scozzese. Gli assessori che hanno lasciato la giunta Marino sono entrambi molto vicini al premier Matteo Renzi che da mesi è in guerra fredda con il sindaco capitolino perchè lo ritiene incapace di risolvere la crisi e il degrado della Capitale. Uno dei nodi chiave della diatriba fra Marino e Renzi è la vicenda del Giubileo straordinario di Roma.??
Mancano poco più di 4 mesi al Giubileo indetto da Papa Francesco a sorpresa lo scorso mese di marzo ma la macchina organizzativa della Capitale sembra ancora assolutamente ingolfata. E proprio di macchina organizzativa completamente da riorganizzare parla l’ex sindaco della città Francesco Rutelli che, in un’intervista concessa a Rainews 24, dichiara senza mezzi termini “Il Papa ha annunciato il Giubileo quattro mesi fa, a sorpresa. Ma sono passati quattro mesi e non è accaduto nulla: non si è creata una figura di coordinamento, non si è scritto un programma di interventi”.
Rutelli punta il dito contro l’attuale amministrazione, quella guidata con tanti affanni da Ignazio Marino, e spiega che “chi ha la responsabilità politica, lo dico da padre di figli che vivono nella città, capisca che si tratta di riorganizzare completamente la macchina”. Per Rutelli non servono grandi opere ma è importante avere una cabina di regia e fare “operazioni minime a partire dal decoro di base”.
“La città non può più permettersi un bombardamento quotidiano come questo”, tuona l’ex primo cittadino di Roma che si unisce così al coro di coloro che vorrebbero una svolta radicale nell’amministrazione della città. Tra i punti più critici della gravissima situazione capitolina c’è anche Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico cittadino. In merito all’ipotesi di privatizzazione di Atac, Rutelli usa una metafora che vale più di tante dichiarazioni politiche sentite nelle ultime settimane: “Ci vorrebbe un Emiro sotto stupefacenti per prendere delle quote dell’Atac. Bisogna invece riprendere un cammino di trasformazione nel senso della concorrenza. Sono necessarie riforme profonde, una concorrenza vera e una trasformazione che deve arrivare ai dirigenti”.