Non è possibile comprendere appieno la Fondazione Golinelli, se non si conoscono alcuni tratti fondamentali del suo fondatore, Marino Golinelli, modenese di nascita, leva 1920.
Marino Golinelli prima di ogni altra cosa è un imprenditore; è forse oggi uno degli ultimi rappresentanti di una classe ormai storica di uomini e donne che nel secondo dopo-guerra italiano hanno saputo ricostruire il nostro Paese, e la cui parabola imprenditoriale e umana è diventata paradigmaticamente, e assieme a tanti altri, un architrave portante dell’evoluzione e del divenire della nostra società fino agli odierni sentori e mutamenti.
Di tutto c’era bisogno nell’Italia post-bellica: occorreva educazione, grande parte della popolazione rurale analfabeta necessitava d’imparare a leggere e scrivere e così le macchine portatili di Adriano Olivetti invasero negli anni ‘50 il Paese prima ed il mondo poi. Imparato a leggere e scrivere ogni “buon alunno” non può poi prescindere dal “far di conto”, ed ecco dunque i calcolatori sempre di Olivetti traguardare ogni moderna scrivania tra gli anni ‘60 e ‘70.
Servivano energia, acciaio, mezzi di locomozione, pneumatici, prodotti alimentari ed allora si assistette al mettersi all’opera, per esempio, di Mattei, Falck, Marcegaglia, Agnelli, Pirelli, Barilla e di tutta quella generazioni di Italiani che guardavano il futuro con fiducia.
Servivano ovviamente i farmaci: in questo caso l’ingegno italiano si condensò in varie famiglie tra cui, per esempio, i Recordati (azienda fondata nel 1926), gli Angelini (inizi nel 1919), i Menarini (inizi già nel 1886), i Bracco (azienda fondata 1927), i Chiesi (1935) e i Zambon (azienda nasce nel 1906).
Il 24 gennaio 1948 è la volta di Marino Golinelli, fondatore e primo impiegato dell’Alfa Biochimici. In quei giorni entra in vigore la costituzione italiana, 1 gennaio 1948, e l’11 maggio 1948 Luigi Einaudi viene eletto secondo Presidente della Repubblica Italiana.
Passati quasi settanta anni da allora, il 14 Maggio 2015, nasce Alfasigma operante in 18 paesi, con circa 2.800 dipendenti. Questa è una storia di successo che andrà avanti, ma la narrazione che ci interessa in questo caso è quella della Fondazione Golinelli, che si dirama a partire da un imprenditore ma che è anche un cittadino con valori e un uomo di cultura.
Marino Golinelli, per responsabilità sociale e civile, decide a un certo punto del suo percorso di redistribuire alla società parte della fortuna avuta come imprenditore. Questa decisione si accompagna ad una visione: educazione e cultura, attraverso coesione e innovazione, sono alla base dello sviluppo sostenibile della società.
“Restituire alla società” per Golinelli ha avuto dunque il significato di “investire” sue risorse personali per il nostro Paese. Ha poi scelto di “restituire” pre-distribuendo, ritenendo che sia ancor più efficace che re-distribuire. Con questo si intende che la creazione della Fondazione, che porta il suo nome, operante tuttora nel settore dell’educazione, della formazione e della cultura, ha avuto come principale obiettivo quello di trasmettere un know-how ai giovani perché questo è un profitto che viene generato per la collettività.
Investire in programmi educativi innovativi rivolti ai giovani e giovanissimi, quando la loro capacità di apprendimento è massima, significa insegnare da subito alle persone a usare le loro facoltà intellettive nel momento in cui sono più recettive all’insegnamento. Una azione così impostata, se sistemica, potrebbe spostare il baricentro anche economico dal welfare classico “sanitario-assistenziale”, che costa di più ed è meno efficace, ad un welfare dinamico “preventivo” e orientato maggiormente allo “sviluppo”. Un Welfare in cui educazione e cultura divengano parti integranti e principali del sistema.
Altro elemento caratterizzante la personalità di Marino Golinelli è la passione: egli ha deciso di «fare in prima persona», «di metterci la faccia» e ha creato la Fondazione “Marino Golinelli”, che vede i natali 27 anni fa, in occasione del °IX centenario dell’Alma Mater nel 1988.
Senza timore di smentita da parte del suo Fondatore, la Fondazione Golinelli – dal 2014 nel nome non c’è più «Marino» per volontà di «porla nella collettività» – è l’unica fondazione italiana privata filantropica sul modello delle grandi fondazioni statunitensi e anglosassoni; è una fondazione strategica, operativa, dotata di patrimonio, di governance indipendente e autonoma, con un direttore generale ed una struttura operativa di oltre 40 collaboratori stabili (più di 120 le collaborazioni in un anno).
Unica, “per fortuna per il Paese”, non significa sola: il panorama italiano registra la presenza di 6.620 fondazioni attive (dato 2011). Di queste, 1.700 sono le fondazioni operanti nel settore “istruzione e ricerca” e “spendono” complessivamente in questo settore 1,25 Mld Euro all’anno. Le 1.500 fondazioni che operano invece nel settore “cultura, sport e ricreazione” spendono 970 Ml euro all’anno.
Si consideri per un attimo che in Italia l’investimento complessivo in educazione (dato 2011) è pari al 4,1% del PIL, cioè circa 66 Mld di euro e quello in cultura, pari allo 0,5% del PIL, è circa 8 Mld di euro.
Si ricorda inoltre che il budget del MIUR nell’anno in corso è di circa 52 Mld di euro, di cui 49 necessari per stipendi di insegnanti e la manutenzione di infrastrutture.
Infine, si tenga presente che nel 2005 il patrimonio gestito complessivamente dalle fondazioni è stato di 85 Mld euro, di cui 45 Mld dalle 88 fondazioni bancarie (oggi scesi a circa 42 Mld di Euro).
Allora è possibile capire che “il movimento delle fondazioni” in Italia, seppur ancora polverizzato e frammentato, costituisce potenzialmente una miniera di energie fresche “e maggiormente rinnovabili” di altre, risorse economiche ma anche valoriali, etiche, intessute di storia, competenze e capacità, e che ben convogliate possono diventare davvero una risorsa strategica per il Paese.
Le fondazioni non sono solo un patrimonio destinato ad uno scopo, sono soprattutto una piattaforma in cui è possibile fare un patto tra generazioni, una sorta di cerniera della storia, per tramandare anche narrazioni, visioni, valori, esperienze, insomma un capitale culturale stratificato nei decenni che dovrebbe essere adeguatamente tesaurizzato e che si ricollega simbolicamente ai grandi nomi citati in precedenza i quali, alfine, compongono buona parte del grande tesoro reputazionale dell’Italia comunemente conosciuto in tutto il mondo come “Made in Italy”.
Perché allora la Fondazione Golinelli può dirsi unica? Per l’impostazione, per gli obiettivi, per i programmi operativi pluriennali e per l’approccio concreto multi-articolato. La fondazione – a differenza di altre ancor più importanti e/o grandi in termini di organizzazioni o di patrimonio – ha deciso, in relazione al welfare, di non porsi più in una logica di sussidiarietà, ma ha oggi l’ambizione di essere fortemente innovativa e di contribuire a tracciare nuove strade originali per lo sviluppo della nostra società negli ambiti in oggetto al suo intervento, per poter affrontare tutti con più con fiducia il mondo che cambia.
Se riflettiamo sul futuro che attende il nostro Paese possiamo considerare che: nel 2065 in Italia si stimano 61,3 milioni di abitanti, di cui ultra 65enni, 1 su 3, e in età lavorativa 1 su 2, con 14,1 milioni residenti stranieri. Nel mondo poi, nel 2040, ci saranno 9 miliardi di abitanti, e 7,5 miliardi entro il 2100. La concentrazione della ricchezza in Italia è già oggi inoltre molto elevata (coefficiente di Gini al 64% dato 2012).
La domanda è: può e vuole l’Italia essere protagonista nel futuro del mondo globale? La risposta della Fondazione Golinelli è sì, e per questo agisce per i giovani, per dare oggi loro quello che gli sarà necessario e indispensabile nella società del 2065.
La Fondazione Golinelli si rivolge a tutte le età, da 0 a 100 anni, con un approccio multidisciplinare, olistico, che connette le discipline scientifiche e quelle umanistiche e artistiche, che combina il “sapere e il saper fare”, sviluppando programmi e attività per studenti , insegnanti, famiglie, imprenditori, artisti, scienziati, amministratori, ricercatori, pensatori, e operando in rete con oltre 100 partner locali nazionali e internazionali (CERN, CNR, INFN, INAF, ESA, MIUR, MIBAC, Regioni, Comuni, ecc.).
Sei attualmente sono i programmi pluriennali principali: Scuola delle idee, per orientare e stimolare la creatività fin da piccoli. Promuove l’arte e la scienza con laboratori e progetti culturali per bambini e ragazzi (8 mesi>13 anni). 30.000 i visitatori nell’ultimo anno, più di 100.000 dal 2010 ad oggi. Nel 2012 è stato nominato tra i primi 10 children center europei. Scienza in Pratica, per stimolare la passione ed insegnare il metodo di lavoro sperimentale agli adolescenti (11 – 18 anni). 13.000 visitatori nell’ultimo anno, più di 130.000 dal 2000. Un grande laboratorio scientifico sperimentale per accendere negli adolescenti la passione per le scienze e la tecnologia, ispirato al «Dolan DNA learning center» di New York. Giardino delle imprese, che ha come obiettivo lo sviluppo di competenze e capacità, per stimolare idee e supportare esperimenti concreti negli acceleratori d’imprenditorialità. Gestito dal Trust EUREKA che è uno strumento trasparente e dedicato, ha già coinvolto 150 tra ragazzi e ragazze nel biennio 2014/2015.
Educare a educare è il programma di aggiornamento, sostegno e premio del merito per gli insegnanti di ogni scuola di ogni ordine e grado. E’ un progetto pluriennale basato su multidisciplinarietà, nuove tecnologie didattiche, approccio hands-on, laboratori, scienza e società. Nel biennio 2014/15 oltre 357 ore di formazione per 972 insegnanti di 422 scuole, con impatto su 48.600 studenti in due anni. In collaborazione con MIUR e Accademia Nazionale dei Lincei.
Scienza in Piazza, che porta scienza e cultura per i cittadini e le famiglie nelle piazze e nelle strade. Rivolta a cittadini di tutte le età, 45.000 visitatori nell’ultima edizione 2014, più di 500.000 dal 2005 ad oggi, è una manifestazione culturale che porta laboratori, incontri, convegni e mostre nelle aree urbane trasformandole in science center temporanei.
Arte, scienza e conoscenza è il programma che si pone come obiettivo di stimolare il pensiero critico rivolgendosi a tutte le generazioni, studenti e adulti. Articolato in mostre di arte e scienza, incontri e convegni che propongono un approccio olistico alla cultura. Oltre 100.000 visitatori (50% studenti) alle mostre dal 2010 (Antroposfera 2010, Happy Tech 2011, Da Zero a Cento 2012, Benzine 2013, GOLA 2014, Gradi di libertà 2015).
In generale l’obiettivo della Fondazione Golinelli è quello di educare alla conoscenza, dotando i giovani e tutti, di una “nuova cassetta degli attrezzi” – fatta di creatività, passione, curiosità, immaginazione, saper imparare, fiducia, etica, responsabilità sociale e civile, approccio multi-culturale, pensiero critico, saper sperimentare e saper sbagliare, ecc. – affinché una nuova generazione di essere umani sia in grado di gestire la complessità del mondo globale ed il futuro sempre più imprevedibile, e che questo avvenga rimanendo liberi di scegliere le proprie “libere” aspirazioni.
Da anni la Fondazione Golinelli porta avanti un messaggio che si sintetizza in “La cultura nutre il Pianeta”: con questo approccio sarà inaugurato il 3 ottobre l’Opificio Golinelli, il centro per la conoscenza e la cultura di 9.000 mq che sorgerà a Bologna come metafora di una città e per cui saranno attesi 100-150.000 visite all’anno (1 Ml dal 2000 ad oggi) di ragazzi, famiglie, studenti, insegnanti, artisti scienziati, imprenditori.
L’Opificio Golinelli sarà un acceleratore verso la società del 2065, dunque non un punto di arrivo per la Fondazione, ma bensì un punto di nuova partenza voluto dal suo Fondatore; sarà un luogo dell’“apprendere facendo”, con uno sguardo al futuro, al non conosciuto, ma con il bagaglio millenario delle nostra storia e cultura, per supportare la metamorfosi necessaria di una idea di sviluppo della nostra società «oltre» il concetto stesso di sostenibilità; la Fondazione vuole infatti aiutare i giovani sia per quanto riguarda l’occupazione ed il lavoro sia per quanto concerne il maturare di principi quale la libertà, la democrazia, la felicità, tutti elementi necessari per immaginare oggi un futuro mondo sostenibile seppur più complicato e imprevedibile di un tempo (rif: fondazionegolinelli.it).