Risultati in chiaroscuro per due delle maggiori banche statunitensi, Citigroup e Goldman Sachs. La prima ha visto crescere esponenzialmente i profitti, grazie a una decisa riduzione delle spese legali, al piano di riduzione dei costi e alla buona performance della divisione di consumer banking in Nord America. La terza maggiore banca americana per asset ha messo a segno un utile di 4,846 miliardi di dollari, 1,51 dollari per azione, contro i 181 milioni di dollari, 3 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Sull’utile dell’anno scorso aveva pesato il patteggiamento con il dipartimento di Giustizia su possibili violazioni sui mutui prima della crisi finanziaria. Escludendo le voci straordinarie, l’utile e’ stato pari a 1,45 dollari per azione, meglio degli 1,34 dollari attesi dagli analisti. Piatti i ricavi a 19,47 miliardi di dollari, contro i 19,425 miliardi dell’anno scorso. Su base adjusted il giro d’affari e’ calato dell’1,5% a 19,16 miliardi, comunque meglio dei 19,11 miliardi attesi dagli analisti.
Goldman Sachs ha invece chiuso il secondo trimestre del 2015 con un utile netto dimezzato a 1,05 miliardi di dollari dai 2,04 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’utile per azione è pari a 1,98 dollari, ben al di sotto dei 3,89 attesi dagli analisti a causa degli 1,45 miliardi di accantonamenti effettuati nel trimestre per far fronte a “controversie legate a prestiti ipotecari e questioni regolamentari”. Una voce che riduce l’utile per azione di 2,77 dollari. Migliori delle previsioni i ricavi, pari a 9,07 miliardi di dollari (-1%), a fronte degli 8,78 miliardi stimati dal mercato. “Siamo soddisfatti della nostra performance nel trimestre – ha commentato l’a.d. Lloyd C. Blankfein – Sebbene l’incertezza nella Ue abbia pesato sul morale degli investitori, molte delle nostre attivita’ hanno continuato a beneficiare di condizioni economiche in generlae miglioramento”.