Le proposte della Grecia sono arrivate a Bruxelles nella serata di giovedì. Oggi, in un clima reso incandescente dall’esaurimento delle scorte di denaro dei bancomat, il Parlamento greco dovrà decidere, in pratica, se evitare il default o meno, approvando o respingendo il piano Tsipras da 12 miliardi che intende convincere i creditori internazionali a scongiurare la bancarotta di Atene con nuovi prestiti. Una parte di Siryza è contraria all’intesa, ma i voti necessari potrebbero arrivare dall’opposizione, ieri in contatto con Bruxelles.
Tra le misure proposte, via lo sconto Iva alle isole entro il 2016, aliquota aumentata al 23% per ristoranti e catering, e per gli alberghi al 13%. Tagli alle pensioni ed al budget della difesa. La Grecia, in cambio delle riforme proposte, chiede ai creditori 53,5 miliardi per onorare prestiti fino a giugno del 2018 e chiede anche di rivedere l’obiettivo primario di un surplus per i prossimi 4 anni.
Dalla Germania arrivano i primi segnali di disponibilità a rivedere le condizioni del debito. L’accordo in extremis sembra possibile: sabato alle 15 si terrà l’Eurogruppo, domenica si terranno l’Eurosummit e il Consiglio europeo. Il cammino è irto di difficoltà ma “le prospettive di un accordo – si legge in una nota di JP Morgan – stanno migliorando”.