Ancora grande cautela nei rapporti d’affari per gli italiani. Anche nel primo trimestre del 2015, come negli ultimi anni, cittadini e imprenditori sembrano più che prudenti nell’accettare promesse di pagamento, con il risultato di un peso più leggero di cambiali e assegni non onorati in circolazione lungo lo Stivale. Questo uno dei dati più interessanti che mergono dall’analisi sull’andamento dei protesti, a partire dal 2011 e fino al primo trimestre 2015 raccolti dalle Camere di Commercio ed elaborati da InfoCamere per conto di Unioncamere.
In termini assoluti, nel confronto tra il primo trimestre del 2015 e lo stesso periodo del 2014 il totale degli effetti protestati è diminuito di circa 50mila unità, di cui più di 37mila costituiti da cambiali e oltre 11mila da assegni. In termini percentuali, però, il calo più consistente è quello degli assegni: -23% nei primi tre mesi di quest’anno rispetto al 2014, a fronte di una riduzione nel numero delle cambiali che si è fermata al -19,2%. Andamento speculare per quanto riguarda la dinamica dei valori in gioco. In termini monetari, il monte complessivo dei “pagherò” non incassati tra gennaio e marzo è sceso di oltre 138 milioni di euro rispetto al 2014, di cui oltre 74 dati da cambiali e di 60 da assegni. Anche in questo caso, in termini relativi a ridursi maggiormente rispetto al primo trimestre 2014 sono stati gli assegni (-29,1%), con le cambiali che si attestano a -25,5%.