Escluso il rischio di contagio per l’Italia dalla crisi greca. Ma potrà invece essere concreto il rischio di un impatto sostanziale sul nostro Paese. Il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme sulla possibilità che la difficile situazione in Grecia e tra questa e i suoi creditori allarghi la sua ombra anche sull’Italia, segnata da una ripresa “fragile e lenta”. Se non combattuti con una forte risposta politica da parte dell’Europa – afferma il Fondo nel suo aggiornamento sull’article IV diffuso oggi – “gli avversi sviluppi in Grecia potrebbero avere un sostanziale impatto sull’Italia tramite effetti sulla fiducia, anche se l’esposizione diretta è limitata”, come limitati sono “i rischi di contagio nel breve termine”.
Il Fmi prevede per l’Italia un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016. La performance economica italiana è stata la più debole, sottolinea, nell’area euro dalla crisi.
Il Fondo riconosce al premier Matteo Renzi di aver avviato “un’ambiziosa agenda per rivedere il sistema economico e politico italiano”. E in particolare apprezza l’introduzione del Jobs Act. “C’è ora una finestra di opportunità da cogliere con riforme più profonde per riavviare la crescita”, conclude il Fondo che incoraggia misure per migliorare l’efficienza del settore pubblico.
Il messaggio che giunge da Washington ricalca sostanzialmente quanto detto lo scorso maggio al termine della missione in Italia del team del Fondo. L’Italia deve avere un bilancio pubblico più leggero, ribadiscono gli economisti Fmi, alleggerendo il carico fiscale su capitale e lavoro da un lato, riducendo la spesa pubblica, a partire da quella corrente, dall’altro.
Il quadro macroeconomico tratteggiato, in linea con i dati di maggio, stima una crescita dello 0,7% quest’anno e dell’1,2% il prossimo, penalizzata dalle strozzature del sistema Italia. Rispetto alle stime di finanza pubblica del World economic Outlook di aprile, aumentano lievemente i numeri del deficit, diminuiscono quelli del debito.
Nel dettaglio la stima deficit/pil 2015 sale a 2,7% da 2,6% di aprile, quella 2016 a 2,1% da 1,7%. Il rapporto debito/pil 2015 scende a 133,3% da 133,8%, quello 2016 a 132,1% da 132,9.