CRISI GRECA, MILANO PAGA IL CONTO PIU’ SALATO. TIENE L’INDUSTRIA, STM CHIUDE CON IL SEGNO PIU’
Piazza Affari paga più di tutti l’obolo al dramma greco. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso del 4,03% a quota 21.600, sotto la pressione dei titoli bancari, i più colpiti dalle conseguenze del no al referendum. E’ andata meglio agli altri listini dell’eurozona: Madrid perde il 2,22%, Parigi il 2,01%. Francoforte limita i danni all’1,52%. Tengono i titoli di Stato: il Btp decennale chiude al 2,39%, lo spread tra Btp/Bund sale 162 punti. Limitati i danni a Wall Street: S&P e Nasdaq scendono al momento dello 0,2% circa.
Le dimissioni di Yannis Varoufakis hanno consentito in mattinata di allentare la tensione. Ma nel corso delle ore la situazione è tornata ad arroventarsi in attesa delle nuove proposte di Alexis Tsipras previste per domani. Intanto le banche greche resteranno ufficialmete chiuse sia domani che mercoledì.
Toccherà al neo ministro Euclides Tsakatolos trovare un accordo e ricostituire i rapporti tra la Grecia e i suoi creditori, prima che il tempo a disposizione di Atene finisca. Il 20 luglio, infatti, vanno in scadenza i 3,5 miliardi di euro di bond in portafoglio alla Bce e qualora Atene non riuscisse a rispettare il pagamento difficilmente la Banca centrale europea potrebbe continuare a fornire liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche, al netto della quale il sistema ellenico andrebbe in default.
In questa cornice i titoli bancari sono state le vittime sacrificali. A partire da Banca Monte Paschi -11,51% sprofondata a 1,538 euro. Sotto pressione anche i titoli delle Popolari: Ubi Banca -6,55%. Banco Popolare -6.6% ma anche Unicredit -6,12% ed Intesa -5,98%. Sotto tiro anche gli altri valori del comparto finanziario. Giù Unipol Sai -4,18% ma anche Cattolica -5,4% e Mediolanum -6,55%. In calo anche Azimut -5,55%.
E’ andata meglio al settore industriale. Avanza però solo Stm, +1,72%, grazie al traino del boom dei semiconduttori sui mercati internazionali. In terreno positivo fino quasi alla fine anche Ansaldo Sts, sostenuta dalla prossima Opa. Recupera Fiat Chrysler -1%, dopo i buoni risultati di vendita di Jeep nel Regno Unito. In rosso invece Finmeccanica -1,7% che ha rinegoziato oggi un credito revolving di 2,2 miliardi.
Influenzati dalle vicende europee anche i corsi del petrolio: il Brent ha perso il 4,9% a quota 57,36 mentre il Wti è sceso del 4,25% a 53,15 dollari/barile.