In Telecom Italia inizia l’era di Vincent Bolloré, che si prepara a fare shopping anche nel nostro Paese. Vivendi, il gigante delle tlc francese presieduto dal finanziere brètone, ha annunciato ieri sera di avere in portafoglio il 14,9% del capitale della società italiana, di cui l’8,24% (pari a 1,11 miliardi di azioni ordinarie) è arrivato da Telefonica.
Vivendi crescerà ancora in Telecom Italia? Alla domanda il Ceo del gruppo francese Arnaud de Puyfontaine, in un’intervista di oggi sul Corriere della Sera, ha risposto così: “Lo dirà il tempo. Mai dire mai”. Tutto è dunque possibile.
Nel dettaglio, Vivendi ha venduto a Telefonica il 100% di Gvt, società brasiliana di tlc, e in cambio di questa partecipazione ha ricevuto non solo 4,6 miliardi in contanti ante imposte (stimate a 0,6 miliardi), ma anche il 12% di Vivo (gruppo Telefonica Brasil) e ne ha scambiato il 4,5% contro l’8,3% delle azioni ordinarie di Telecom Italia (operazione chiusa il 28 maggio scorso).
Separatamente il gruppo francese, che ha recentemente acquisito l’1,90% di azioni ordinarie dell’ex incumbent, ha ulteriormente aumentato il 22 giugno la sua partecipazione del 4,76%, per un totale del 6,66%, con un investimento complessivo dell’ordine di 1 miliardo di euro circa.
Con il rafforzamento nel capitale della società tlc italiana Vivendi dà “un segnale forte, per indicare la volontà di costruire una relazione solida e di lungo periodo con Telecom Italia, che ha grandi prospettive soprattutto in vista dello sviluppo della banda ultralarga”, ha proseguito il Ceo nell’intervista al Corriere, ribadendo di essere un investitore industriale di lungo termine. “Non ci muoviamo per conto terzi”. Sulla banda larga “è troppo presto per esprimere la mia posizione ufficiale, perché ogni paese ha la sua logica. Posso dire però che Italia e Grecia sono gli unici paesi europei senza cable network”. Alla domanda se Vivendi chiederà a Telecom di vendere Tim Brasil, de Puyfontaine risponde: “So che è una questione molto calda. Sono open e molto flessibile: l’importante è prendere una decisione che porti valore nel lungo periodo”.
Alla vigilia del provvedimento sulla banda larga, ancora una vola rinviato, entra in campo un player che dispone di 10 miliardi di liquidità cash da investire anche in Italia.
Quanto all’ingresso nel Cda di Telecom di rappresentanti di Vivendi, fonti vicine al gruppo francese rivelano che “la questione non si pone al momento”, ma “se le circostanze in futuro creeranno questa opportunità”, il gruppo francese “esaminerà se avere un posto in consiglio permetterà di partecipare positivamente e costruttivamente al futuro della società”.
Nella posizione di azionista di riferimento di Telecom Italia, “la prima tappa sarà quella di discutere con il management e il consiglio e di portare un contributo allo sviluppo strategico della società”. Ci sono vari argomenti di interesse, ma per ora non trapelano dettagli. Ciò non toglie che Vivendi sia attenta ai “piani governativi sulle infrastrutture e sul loro sviluppo in Italia”, essendo convinta che si tratti di una questione strategica.