Un lieve miglioramento che fa ben sperare. Nonostante non ci sia ancora nessun dato ufficiale, gli operatori di mercato hanno registrato nel corso degli ultimi mesi un calo sotto la soglia del 90% della percentuale di invenduto nelle aste giudiziarie. Ma c’è di più, perché anche il numero di transazioni sarebbe quasi raddoppiato.
Un piccolo segnale che, se confermato nel prossimo futuro, potrebbe finalmente indicare una ripresa del settore del mattone, martoriato da anni da una crisi dalla quale sembra non riuscire a riemergere.
Nonostante la percentuale sopra riportata possa sembrare in apparenza esigua, rappresenta comunque un passo avanti rispetto agli anni passati in cui l’invenduto e i mancati rimborsi ai creditori erano ormai diventati una consuetudine.
Dai capannoni alle abitazioni di pregio, gli immobili in asta cominciano ad attirare l’interesse degli investitori privati italiani, ingolositi dai prezzi sempre più bassi e convenienti dei lotti offerti nel corso delle aste giudiziarie.
A questo punto due aspetti diventano fondamentali: il primo è trovare la maniera di contrastare un eccessivo deprezzamento che danneggerebbe sia gli ex proprietari che le banche creditrici, il secondo è cercare di ampliare la platea degli investitori, cercando di attirare anche i soggetti stranieri.
Ricordiamo inoltre che, da qualche mese, Palazzo Chigi starebbe lavorando a un provvedimento di riforma della legge fallimentare volto a semplificare il processo di recupero dei crediti, riducendo i tempi necessari a meno di cinque anni. Una misura che potrebbe favorire la ripresa dell’intero settore e consolidare la timida ripresa che si sta manifestando nel corso degli ultimi mesi.