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Fondazioni bancarie pronte ad entrare nelle Popolari ma non nelle Bcc

Il presidente dell’Acri e della Cariplo, Giuseppe Guzzetti, non ha escluso che Fondazioni bancarie possano entrare nel riassetto delle maggiori banche popolari aperto della riforma Renzi mentre ha categoricamente escluso un ingresso nelle banche di credito cooperativo.

Il grande capo dlle Fondazioni bancarie, Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri e della Fondazione Cariplo, non esclude che le banche popolari possano, singolarmente, essere interessate ad entrare nel capitale delle banche popolari ma nega ogni interesse per le Bcc.

Parlando in qualità di numero uno di Cariplo, Guzzetti ha tenuto a precisare che “oggi abbiamo soldi solo in Intesa Sanpaolo e non vedo possibilità di mettere soldi in altre banche”. Proprio nei giorni scorsi,  la Fondaaione Cariplo ha, tra l’altro, leggermente ritoccato al ribasso la sua partecipazione azionaria in Intesa Sanpaolo.

Sul piano generale Guzzetti ha invece sostenuto che la preferenza delle Fondazioni va a banche solide come le più grandi delle Popolari e non alle banche di credito ccoperativo. “Escluderei – ha detto – che le Fondazioni mettano soldi nelle Bcc, mentre nelle Popolari questa possibilità esiste e non è da escludere”.

Un discorso, quello di Guzzetti, che arriva nel momento in cui, dopo la riforma Renzi, le 11 più grandi Popolari stanno cominciando a preparare la trasformazione in spa e avviando i giochi del grande risiko che, attraverso fusioni e aggregazioni, darà vita a nuovi poli bancari.

Quel che è importante, ha tuttavia tenuto a sottolineare il presidente di Acri, è che gli investimenti delle Fondazioni, anche quando puntano ad entrare nel capitale delle banche, tengano d’occhio due criteri essenziali: il rendimento e la diversificazione. 

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