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Crolli stradali: Anas nel mirino del Governo

Dopo tre cedimenti di viadotti in Sicilia e Sardegna, Palazzo Chigi mette l’Anas sotto osservazione e il ministro Delrio vuole intervenire con forza – A breve la task force di #italiasicura darà il via libera a un fondo in collaborazione con la Ragioneria dello Stato e i ministeri di Ambiente e Infrastrutture per varare un piano nazionale di contrasti alle

Crolli stradali: Anas nel mirino del Governo

I crolli stradali continuano e l’Anas finisce nel mirino anche di Palazzo Chigi. L’ultimo caso riguarda il cedimento di un pilone sulla A19 Palermo-Catania, causato da una frana in movimento dal 2005 sulla strada provinciale Scillate-Caltavuturo che costeggia l’autostrada. In Sardegna, invece, la Statale 554 che collega l’area metropolitana di Cagliari e l’area turistica di Villasimius, costruita appena 10 anni fa, è già devastata da voragini provocate da piogge, frane, smottamenti e forse da qualche errore in fase di progettazione.  

Tornando alla Sicilia, l’elenco dei cedimenti in tempi recenti inizia il 2 febbraio 2013 con il crollo di una porzione del viadotto Verdura, lungo la Statale 115 che collega Agrigento con Sciacca. Il 7 luglio dello stesso anno le carreggiate di un ponte si piegarono verso il basso a causa di un cedimento strutturale in contrada Petrulla, in territorio di Licata (Ag), sulla statale 626 che collega Campobello di Licata, Ravanusa e Canicattì. Il caso che ha suscitato maggiore clamore è stato però quello del viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento, inaugurato alla vigilia di Natale del 2014 e crollato dopo appena una settimana. 

Anas non può continuare con lo scaricabarile”, ha detto Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi (#italiasicura) e uomo di fiducia di Matteo Renzi e del nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. “A me sembrava già una vicenda incredibile il crollo di Capodanno del viadotto – ha aggiunto –. Quest’altro caso (quello in Sardegna, ndr), che conoscevano da dieci anni, mi sembra francamente imbarazzante. Mi chiede se Ciucci deve prendere atto e andarsene? Io dico solo che ognuno si deve assumere le sue responsabilità”.

Nel nostro Paese, secondo De Angelis, “l’ingegneria ha pensato di poter fare a meno della geologia”, poiché quasi sempre si realizzano opere infrastrutturali senza fare gli studi geologici preventivi. Inoltre, quando ci si accorge di un rischio frana, si preferisce non intervenire, come ha fatto l’Anas nel caso dell’autostrada siciliana: avrebbe potuto consolidare il colle spendendo 30 milioni, mentre ora, dopo il crollo, si dovrà rifare il viadotto sborsandone ben 350. 

Delrio, a quanto pare, ha intenzione d’intervenire con forza. E a breve la task force di #italiasicura darà il via libera a un fondo in collaborazione con la Ragioneria dello Stato e i ministeri di Ambiente e Infrastrutture per varare un piano nazionale di contrasti alle frane.

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