Ossigeno puro. Il Milan torna alla vittoria dopo un mese esatto di astinenza e si regala un timido raggio di sole nel bel mezzo di una tempesta. Perché ieri sera la Curva rossonera ha espresso con chiarezza la sua delusione, costringendo la squadra a giocare in un clima ovattato e nevrotico allo stesso tempo. Il 3-1 sul Cagliari è il frutto di una serata molto particolare, a tratti difficile ma poi, tutto sommato, rivelatasi positiva. A trarne maggior beneficio è sicuramente Filippo Inzaghi: panchina salva, almeno fino alla prossima partita. “La speranza mia e del presidente Berlusconi è che i risultati possano aiutarlo a restare” ha commentato Galliani, ammettendo, di fatto, la precarietà dell’allenatore rossonero. L’obiettivo in questione infatti sarebbe la qualificazione alla prossima Europa League, attualmente distante 7 punti (con una gara in più rispetto a tutte le concorrenti). Missione quasi impossibile insomma, un po’ come la riconferma di Inzaghi anche per la prossima stagione. Intanto il Milan ritrova un successo importante, forse per la classifica e di sicuro per il morale. Decisivo, come sempre nelle (poche) vittorie stagionali, Jeremy Menez. Il francese è fatto così, prendere o lasciare: spesso irrita per atteggiamento ed egoismi vari, poi però tira fuori il jolly dal taschino.
Dopo 21 minuti difficili, con tanto Cagliari e poco Milan, trova uno splendido gol con un destro a giro, esultanza polemica annessa. L’1-0 dovrebbe dare un po’ di coraggio a una squadra terrorizzata, ma la paura è tanta, troppa per tentare quantomeno di giocare a calcio. E a furia di soffrire l’avversario ecco il gol: grande giocata di Farias su Mexes e palla alle spalle di Diego Lopez (47’). Ma il francese rossonero è un tipo tosto e due minuti più tardi rimedia all’errore con la rete del 2-1, frutto di un destro al volo sugli sviluppi di un corner. Ma le sofferenze non finiscono qui. Al 75’ Joao Pedro colpisce una traversa clamorosa: fosse entrata, forse, scriveremmo una storia completamente diversa. Le sliding doors, questa volta, fanno la fortuna del Milan che, sul ribaltamento di fronte, trova un rigore per un fallo di Ceppitelli su Cerci. Topica clamorosa dell’arbitro Tagliavento: il fallo è nettamente fuori area. Menez approfitta del regalo e fa 3-1 dal dischetto (78’). Nel finale ci sarebbe spazio per qualche (piccola) soddisfazione, tipo il primo gol di Cerci o la conferma di Destro. Inzaghi però decide di sostituire l’ex romanista con Pazzini e quest’ultimo si mangia il 4-1 a un metro da Brkic: errore clamoroso! Al club delle occasioni sprecate si aggiunge anche Cerci, che poco dopo spreca nuovamente a tu per tu col portiere. “Ho rivisto la squadra che piace a me, ora dobbiamo proseguire così – le parole di Inzaghi. – Inizia un mini campionato di 10 partite, non possiamo più sbagliare. La società mi sostiene, sento la fiducia di Berlusconi e Galliani”.
Voglia di rivincita anche per l’Inter, attesa dalla difficile trasferta di Marassi contro la Sampdoria (ore 20.45). L’impegno si preannuncia piuttosto complicato, un po’ per l’effettivo valore dei blucerchiati, un po’ per la stanchezza nelle gambe interiste. Ma siccome la classifica piange (il sesto posto dista 8 punti) e Thohir ringhia (“l’Europa League è imprescindibile, ci aspettano 11 finali” ha dichiarato da Giacarta) i nerazzurri dovranno stringere i denti e cercare l’impresa. Perché le voci degli ultimi due giorni non sono piaciute al presidente: sembra quasi che la stagione sia finita e che sia già ora di pensare alla prossima. Situazione che, con 11 giornate di campionato davanti, potrebbe creare non pochi problemi… “Ora dobbiamo mettere da parte lo sconforto e pensare al presente – ha spiegato Mancini. – L’ho detto e lo ripeto: nella prossima stagione lotteremo per il vertice, costruiremo qualcosa di importante. Ma questo verrà dopo, ora giochiamo al massimo per questa stagione”. L’esame Sampdoria è di quelli tosti, in particolare per lui che, da quelle parti, ha scritto indelebili pagine della storia del club. E poi, di fronte, ci sarà quel Mihajlovic a cui lo lega un’amicizia vera e profonda. “Sarei felice per lui se andasse davvero al Milan – il commento del Mancio sui rumors del momento. – Merita grandi palcoscenici, è un ottimo allenatore. Noi però dobbiamo andare in Europa, è un obiettivo primario”. Niente sconti insomma, ammesso che l’Inter attuale sia in grado di farne a una Samp decisamente più in forma. “Io al Milan? E’ fantamercato – ha glissato Sinisa. – Ora penso solo alla partita con l’Inter, per 90 minuti io e Mancini saremo avversari. Lascerò i ricordi nel cassetto, per noi è una finale”. I nerazzurri si ritroveranno contro Samuel Eto’o, eroe indimenticato del celebre Triplete, mentre Muriel dovrebbe nuovamente partire dalla panchina. Mancini si affiderà a Shaqiri, lasciato in panchina contro il Wolfsburg, che supporterà l’intoccabile Icardi e uno tra Palacio e Podolski.