A gennaio i prestiti in sofferenza nel portafoglio delle banche italiane, al lordo delle svalutazioni, hanno raggiunto i 185,5 miliardi, registrando un aumento di 25 miliardi rispetto al gennaio 2014. Lo scrive l’Abi nel suo ultimo rapporto mensile, precisando che il rapporto fra impieghi e sofferenze è pari al 9,7%, il valore più alto dal 1996. Prima della crisi, a fine 2007, era del 2,8%. Per le sole imprese questo valore sale al 16,3% (contro il 13,4% di un anno prima). Le sofferenze nette, invece, sono calate a gennaio a 81,2 miliardi, dai 84,5 miliardi a dicembre.
Secondo il vicedirettore generale dell’associazione di palazzo Altieri, Gianfranco Torriero, le sofferenze lorde torneranno a scendere solo “alcuni trimestri” dopo il riavvio della crescita del Pil italiano, stimata dall’Istat per il primo trimestre di quest’anno. Riguardo alle sofferenze, l’Abi segnala anche i primi “deboli segnali di attenuazione” del fenomeno.
I prestiti delle banche a famiglie e imprese, invece, sono calati ancora nel mese di febbraio, ma secondo l’Abi anche in questo caso ci sono dei segnali positivi. Il primo è il rallentamento della dinamica negativa (-1,43%, dopo il -1,53% di gennaio e il -3,91% di febbraio dello scorso anno). C’è poi il dato per i nuovi finanziamenti alle imprese, che registra un +4% in termini di valore cumulato del trimestre novembre 2014-gennaio 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I nuovi mutui nello stesso periodo sono saliti annualmente di oltre il 35%, mentre le nuove operazioni di credito al consumo hanno fatto segnare una crescita dell’8,1%.
Sempre a febbraio, gli impieghi totali (tutto il settore privato e la Pubblica amministrazione) ammontano a 1.821 miliardi, in calo dell’1,42%. Dal rapporto emerge anche un calo della raccolta bancaria di circa 16,2 miliardi su base annua (-1%). La raccolta delle banche dai clienti residenti in Italia è pari a 1.701 miliardi I depositi da clientela residente hanno registrato a febbraio un +4,3% mentre le obbligazioni calano del 13,5% con una diminuzione in valore assoluto sull’anno di 68,5 miliardi riflettendo le difficoltà della raccolta a medio lungo termine.
Infine, i tassi per i nuovi prestiti alle imprese sono stimati al 2,54% dal 2,45% di gennaio. Prosegue, invece, la flessione dei tassi sui finanziamenti per i mutui casa delle famiglie: al 2,78% medio secondo la stima dell’Abi, dal 2,82% medio di gennaio.