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Banca d’Italia raccomanda prudenza sui dividendi alle banche più piccole

Con una lettera inviata a 480 banche “meno significative” la Banca centrale raccomanda alle banche sotto i 30 miliardi di attivi di essere molto prudenti della distribuzione di dividendi, sia per rispettare le direttive della Bce che per dare la priorità al rafforzamento patrimoniale in linea con Basilea 3. In nessun caso dovranno essere intaccate le riserve

Banca d’Italia raccomanda prudenza sui dividendi alle banche più piccole

Piano nella distribuzione di dividendi: è la raccomandazione che la Banca d’Italia ha inviato a 480 banche minori (cioè con attivi inferiori ai 30 miliardi di euro) perché siano molto prudenti nella distribuzione di dividendi e non intacchino per nessuna ragione le riserve.

La mossa della Banca d’Italia è in linea con le direttive della Bce di gennaio che in precedenza aveva rivolto la stessa raccomandazione alle principali 130 banche europee.

La ragione della moral suasion avviata dalla Banca d’Italia è che anche le banche cosiddette “meno significative” (Popolari e Bcc comprese) devono rispettare pienamente i criteri di Basilea 3 e dare sempre la priorità al rafforzamento patrimoniale.

Pertanto, prima di pensare alla distribuzione del dividendo agli azionisti, le banche devono continuare a rispettare i coefficienti patrimoniali fissati da Basilea 3 per il primo gennaio 2019: CET1 al 4,5%, Tier1 al 6%, Total Capital all’8% e Total capital più conservation buffer al 10,5%.

Chi invece non ha ancora raggiunto i coefficienti di Basilea 3 può distribuire dividendi solo nella misura in cui non pregiudichino il percorso di allineamento agli obiettivi di Basilea 3.

L’invito della Banca d’Italia agirà in modo proporzionale e sarà cioè più pressante per le maggiori tra le banche “meno significative”. Particolarmente sotto la lente di Via Nazionale saranno perciò tenute banche come la Banca dell’Etruria e del Lazio, il Credito Valtellinese, il Credem, Unipol Banca, la Banca Sella, Cassa di Risparmio di Asti, la Popolare di Bari, il Banco di Desio e Brianza, la Cassa di Risparmio di Bolzano.

Ma la guardia della Banca d’Italia non si abbasserà nemmeno per le banche minori.

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