Le tasse sulla casa divorano il reddito disponibile delle famiglie, A dirlo è Confcommercio, in uno studio su finanza pubblica e tasse locali, nel quale rileva che, dal 2011 al 2014, la tassazione complessiva sugli immobili è passata da 14,8 miliardi a 31,88 miliardi, per un aumento del 115,4%. Rispetto al 2013, invece, la crescita è stata del 14,7%.
“Una crescita violentissima”, come ha sottolineato il direttore dell’Ufficio studi Mariano Bella, che non sembra destinata ad arrestarsi nemmeno nel corso del 2015. Una crescita che produce l’effetto, prosegue Bella, “di ridurre il rendimento netto degli immobili facendo crollare i prezzi e facendoci sentire tutti più poveri. E la ricchezza immobiliare percepita conta nelle scelte di consumo delle famiglie”.
Ad aumentare, denuncia ancora Confcommercio, sono più in generale le tasse locali, che negli ultimi dieci anni sono più che raddoppiate, passando dal 2,9% del Pil al 6,5%. Dal 1995 al 2014, invece, il prelievo è passato da 28,7 miliardi a 104,7 miliardi del 2014.
“Una crescita – ha spiegato il direttore dell’Ufficio studi della confederazione Mariano Bella – dovuta al taglio dei trasferimenti e cui non ha corrisposto una analoga riduzione dell pressione dal centro. Con la conseguenza di aumentare la pressione fiscale complessiva”.