La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni e per altre 7 persone per la vicenda della presunta maxi tangente algerina da circa 198 milioni di dollari. La richiesta di processo riguarda sia Eni e che la sua controllata Saipem, imputate in base alla legge 231 del 2001.
Solo alla metà di gennaio, la procura di Milano aveva chiuso le indagini nei confronti di Scaroni, e di altre sette manager del gruppo petrolifero, che aveva ribadito la sua estraneità, e di Saipem. Secondo l’ipotesi dell’accusa, i 198 milioni di dollari sarebbero stati versati dalla controllata di Eni all’allora ministro dell’Energia dell’Algeria, Chekib Khelil, e al suo entourage per ottenere 7 grandi appalti petroliferi del valore di “oltre 8 miliardi di euro”.
Al momento il titolo Saipem, oggi in forte rialzo per via del recupero del petrolio, non accusa il colpo della vicenda giudiziaria: dopo le 14 il titolo della società petrolifera guadagna ancora oltre il 3%, andando a sfiorare i 9 euro per azione a 8,895 euro. Idem Eni, che guadagna ancora nel pomeriggio più del 2,5% a 15,49 euro.