La Grecia spaventa, ma non troppo. E così i mercati spostano la loro attenzione sui dati dell’occupazione Usa, la statistica più attesa della settimana. Gli esperti prevedono un aumento dei posti di lavoro attorno alle 234 mila unità e un tasso di disoccupazione invariato al 5,6%. Se la cifra fosse, al contrario, inferiore a 200 mila, s’innescherebbe un brusco calo per il dollaro, perché sarebbe meno probabile l’aumento dei tassi. Al contrario, un dato sopra250 mila scatenerebbe la corsa al dollaro.
Nell’attesa, a tener banco è stato il nuovo spunto dei prezzi petroliferi, in ascesa del 5% circa: il Brent consegna marzo chiude in ascesa circa del 5% a 57 dollari al barile e il Wti fino a 51 dollari. A spingere i prezzi l’inasprirsi del conflitto libico e la decisione della Cina di allentare la stretta sulle riserve delle banche.
A WALL STREET TWITTER FA BOOM :+11%
La corsa del greggio ha dato la carica a Wall Street: il Dow Jones è avanzato dell’1,2%, lo S&P 500 circa dell’1% e il Nasdaq dell’1,03%. Nel dopo Borsa grande balzo di Twitter (+11%), dopo risultati migliori del previsto. Ma rallenta la crescita del numero dei “tweettatori”: solo l’1,4% in più nel 2014.
Tokyo è in rialzo dello 0,6% al traino dei rialzi della Borsa Usa. Da notare il tonfo di Nikon -9,7% dopo i risultati: la concorrenza degli smartphone sta mettendo in ginocchio i produttori di macchine fotografiche. Continua il rally di Sidney, in rialzo da otto sedute di fila.
SALE L’EURO, GRAZIE AGLI ACQUISTI DI BERNA
Sui mercati valutari da notare la spinta dell’euro, risaliti a quota 1,1468 sul dollaro. All’origine del rialzo ci sono i forti acquisti della banca nazionale svizzera, preoccupata per la forza del franco rispetto alla valuta unica che sta mettendo in crisi l’export elvetico. I mercati europei hanno assorbito senza grossi traumi gli sviluppi del confronto tra Atene e la Ue. Al contrario, è piaciuta l’iniziativa di François Hollande e Angela Merkel oggi a Mosca per incontrare Putin e così frenare l’escalation militare in Ucraina. A limitare i danni della decisione della Bce di escludere le banche greche dalle aste di rifinanziamento di Francoforte, è stata la notizia che la Bce ha garantito 60 miliardi di fondi in arrivo dall’Ela (i fondi di emergenza) alla banca centrale greca.
CADE ATENE, IL BTP NON SE NE ACCORGE
Alla fine della giornata Milano ha chiuso le contrattazioni in ribasso dello 0,59% a 20.819 punti. A Piazza Affari hanno sofferto i titoli bancari, ma l’effetto negativo è stato compensato dal settore oil. Giù anche Madrid (-0,40%), quasi invariate Francoforte (-0,05%) e Parigi (+0,09%). Londra +0,15%. Ben più pesante l’effetto sulla Borsa di Atene: -3,37%. Il rendimento dei titoli di Stato della Grecia a 2 anni si è spinto sopra il 18%, quello a 5 anni oltre il 14% e quello a 10 anni al 10,68%.
Modesto, anzi nullo, l’impatto sul mercato dei titoli di Stato dell’eurozona: lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 118 punti base per un tasso del decennale domestico all’1,55%.
SAIPEM IN ALTALENA AL TOP DEL FTSEMIB
Giornata sulle montagne russe per il settore Oil & Gas europeo, in mattinata arrivato a segnare un ribasso del 2,7% per poi chiudere con un rialzo superiore al punto percentuale. Stesso copione per Saipem che ha chiuso a +2,28% a quota 8,765 euro dopo esser scivolata nelle prime battute fino a 8,2050 euro: l’escursione sfiora il 7%.
Eni avanza dell’1,7%, spinta anche dai rumors sul possibile scorporo e futura quotazione delle attività gas&power, progetto messo a punto con l’assistenza di Goldman Sachs. No comment del cane a sei zampe: il piano industriale del gruppo sarà presentato al mercato il prossimo 13 marzo. Tenaris +1,9%.
ENEL GIU’, PESA IL RISCHIO DELLE VENDITE DI STATO
In sensibile calo Enel -2,97%, dopo avere comunicato i risultati preliminari dell’esercizio 2014. Ma la discesa in Piazza Affari si spiega soprattutto con le indiscrezioni sulla volontà del governo di anticipare la vendita di una quota del 5% nel corso dei prossimi mesi. Il Tesoro controlla il 31,2% della società.
Tornando ai dati, il debito è sceso a 38 miliardi (meglio delle previsioni), l’ebitda -6% ma escludendo le attività cedute nel corso dell’anno risulta pari a 15,5 miliardi di euro (15,8 miliardi di euro nel 2013) e registra una riduzione dell’1,9%, da attribuire sostanzialmente alla variazione dei tassi di cambio.
I ricavi sono stati pari a 75,8 miliardi di euro, prevalentemente per effetto dei minori ricavi da vendita e trasporto di energia elettrica connessi al calo della domanda.
TELECOM PAGA L’USCITA DI FOSSATI
In caduta anche Telecom Italia, -3,54% per l’impatto della ritirata al capitale della Findim di Marco Fossati, scesa sotto l’1 per cento dal 4,98% precedente. Ieri si è tenuta la riunione del Cda dedicata all’informativa sull’andamento delle trattative su Metroweb ed alle valutazioni sulle linee guida del nuovo piano industriale 2015-2017 in vista del board del giorno 19 che approverà il business plan dei prossimi anni.
FINMECCANICA AL TOP DAL MAGGIO 2010
In grande evidenza Finmeccanica (+1,4% a 10,04 euro), su livelli che non vedeva dal maggio 2010: la performance da inizio anno è del 30%. Quella in corso è la quarta settimana consecutiva positiva. Mercoledì nel corso di un’audizione alla Camera, l’amministratore delegato del gruppo, Mauro Moretti, ha sottolineato che dal suo arrivo la capitalizzazione del gruppo è cresciuta di 2 miliardi di euro. Intanto Ansaldo Breda Breda si è aggiudicata due nuovi contratti di manutenzione per un valore complessivo di 26 milioni di euro.
LE BANCHE PAGANO LA SINDROME GRECA
In Borsa hanno sofferto le banche, le più sensibili al braccio di ferro sulla Grecia: l’indice europeo Stoxx del settore è sceso dello 0,5%. A Milano Unicredit -0,7%, Intesa -1,6%, MontePaschi-1,5%, Mediobanca -2,2%. Poco mosse le banche popolari, il calo maggiore è di Ubi (-1,3%).