Tempo scaduto. Anche quest’anno si è concluso il mercato di gennaio, quello che un tempo veniva definito “di riparazione” e che invece ora, complice la crisi economica, è forse addirittura più scoppiettante di quello estivo. Già, perché in inverno tutti hanno giocatori da piazzare e questo favorisce gli sconti, in entrata e in uscita. Difficile fare un pagellone delle big nostrane, se non altro perché i presupposti cambiano da un caso all’altro: Juventus e Napoli, per esempio, non avevano le stesse necessità delle milanesi… Giudichiamo allora il mercato dando sì un voto, ma senza stilare una classifica. D’altronde, per questa, basta e avanza il campionato.
JUVENTUS 6
Premessa: rinforzare una squadra prima in classifica (+ 7 sulla seconda), agli ottavi di Champions e in semifinale di Coppa Italia è difficile, molto difficile. Servirebbero top player, ma questi costano troppo anche per la Signora d’Italia, impossibilitata a competere con le big europee. Emblematico il caso Cuadrado: per anni il sogno di Conte, al Chelsea nel giro di una settimana. Si era partiti parlando di Sneijder e Mkhitaryan, alla fine sono arrivati Matri, Sturaro, De Ceglie e il giovane Tello, a fronte di una sola cessione, quella di Giovinco. Da qui una sufficienza, nulla più e nulla meno, anche se resta l’impressione che, forse, Marotta e Paratici avrebbero potuto osare qualcosa in più. La Champions è alle porte e difficilmente i rinforzi aumenteranno la competitività della rosa…
ROMA 6,5
Prendi 3 vendi 2. Messa così sembrerebbe quasi un annuncio commerciale, in realtà è il bilancio di quanto fatto da Sabatini. Sono partiti Destro ed Emanuelson, sono arrivati Doumbia, Ibarbo e Spolli: pochi ritocchi, ma di sostanza. In particolare stuzzica l’attacco, potenzialmente esplosivo con l’ivoriano ex Cska Mosca e il colombiano ex Cagliari. D’altra parte è andato via Destro, garanzia di gol “di scorta” come pochi, trattenerlo però era impossibile e poi, a conti fatti, i due nuovi acquisti sembrano più adatti alla convivenza con Totti, conditio sine qua non per ogni allenatore giallorosso. E allora, perché solo 6? Crediamo si potesse fare di meglio in difesa (in fin dei conti Spolli arriva dalla B) e soprattutto che, dopo l’infortunio di Strootman, servisse un inserimento di qualità per il centrocampo. La missione scudetto, già complicata di suo, non è certo diventata più semplice.
NAPOLI 6,5
Due acquisti e zero cessioni. Mercato essenziale quello del Napoli, per giunta chiuso a fine dicembre, ma di buonissima fattura. Gabbiadini e Strinic infatti sono due ottimi giocatori, come del resto dimostrano i risultati: da quando sono arrivati infatti la squadra di Benitez ha perso solo con la Juve, a fronte di 4 vittorie (5 considerando anche la Coppa Italia). Napoli rinforzato insomma, non a caso la classifica migliora di giornata in giornata e il secondo posto, obiettivo irraggiungibile fino a qualche tempo fa, si avvicina a grandi passi. Il voto dunque è pienamente sufficiente, anche se, forse, le esigenze tecniche non sono state soddisfatte del tutto. Da tempo infatti crediamo che il problema del Napoli sia da centrocampo (compreso) in giù, non davanti. Certo, dopo l’infortunio di Insigne uno come Gabbiadini serviva come il pane, però sarebbe stato il caso di acquistare anche un regista e un centrale difensivo, come chiesto mesi fa da Benitez. Invece Bigon ha preferito fare di testa sua e lo spagnolo mugugna. Prove di addio in vista?
FIORENTINA 5
L’insufficienza deriva dalla partenza di Cuadrado, ma non tanto dalla cessione in sé: quella, infatti, di fronte a 35 milioni, era semplicemente inevitabile. Semmai desta perplessità il fatto che il colombiano non sia stato sostituito degnamente, nonostante la borsa fosse più ricca che mai. Certo, il mercato di gennaio non è semplice tanto più se ti ritrovi a cercare un top player negli ultimi giorni, però Pradè si è preso un bel rischio. I nuovi arrivati (Salah, Diamanti e Gilardino) costringeranno Montella a cambiare sistema di gioco e quest’ultimo non l’ha presa per niente bene.
“Non sempre la società mi ascolta” ha commentato piccato il tecnico, obbligato a rimescolare le carte proprio nel momento cruciale della stagione. Gli acquisti poi presentano molte controindicazioni: Salah è un prospetto interessante ma ancora acerbo, Diamanti e Gilardino rischiano di rivelarsi le controfigure dei giocatori visti in passato. Molto, ancora una volta, dipenderà da Giuseppe Rossi: se tornerà quello di prima la Fiorentina sentirà poco la mancanza di Cuadrado. La speranza però è flebile, soprattutto per i (pochi) mesi che restano prima dei verdetti. L’agognato salto di qualità rischia di essere rimandato, ancora una volta.
MILAN 6
Ed eccoci alle milanesi, tanto immobili in campo quanto attive sul mercato. D’altronde, come spiegato nella premessa, spesso e volentieri le cose vanno di pari passo. Il Milan ci sembra leggermente rinforzato dalla campagna invernale, seppur la stessa abbia di fatto sconfessato gran parte di quella estiva. La cessione di Torres, presentato ad agosto come il fiore all’occhiello della rosa, è il segno che le cose non sono andate proprio come si aspettavano Galliani e Inzaghi. Ad ogni modo l’ad non è certo stato a guardare: i rinforzi sono arrivati, anche se con i soliti metodi da “condor” che tanto fanno arrabbiare la curva. Cerci subito, poi tanto immobilismo fino alla frenesia degli ultimi giorni, salutati con 4 acquisti consecutivi.
Inutile dire che i piatti forti sono soprattutto l’ex granata e Destro: giocatori importanti, anche se reduci da una prima parte di stagione tutt’altro che brillante. Sostanzioso, numericamente parlando, anche il contorno: Paletta, Bocchetti e Antonelli, a cui Galliani ha cercato di aggiungere anche Baselli (affare rimandato a giugno) Basteranno a risolvere i problemi del Milan? Probabilmente no. La squadra infatti ha grosse lacune in mezzo al campo e lì non è arrivato nessuno. Un regista avrebbe cambiato le prospettive, così invece c’è il rischio di affidarsi troppo alle individualità. La classifica, forse, si può raddrizzare anche così, la rinascita invece è rimandata alla prossima sessione.
INTER 6
Difficile, anzi difficilissimo, giudicare il mercato dell’Inter senza farsi condizionare dai risultati. L’unico punto raccolto tra Empoli, Torino e Sassuolo sbiadisce tutto, anche il valore di due ottimi giocatori come Podolski e Shaqiri. Che però sono arrivati, per giunta a condizioni economiche favorevoli: non male in un momento come questo, in cui le società (specialmente quella nerazzurra) devono fare mercato con le mani legate. Casomai viene da chiedersi se i due siano davvero gli uomini giusti per una squadra confusa, quasi sull’orlo di una crisi di nervi, oppure si riveleranno inadatti a un ruolo di primo piano, un po’ come succedeva nell’Arsenal e nel Bayern. Positivo anche l’acquisto di Brozovic, ritenuto un ottimo giocatore dagli addetti ai lavori di tutta Europa. Le cose buone però finiscono qui.
Mancini aveva chiesto anche un difensore centrale, un terzino bravo nelle due fasi e un centrocampista: è arrivato solo Santon. Niente Rhodolfo, Rolando, Benalouane o Richards, niente Diarra, Ledesma o Baselli. Difesa e centrocampo restano come prima il che, viste le difficoltà palesate sinora, non autorizza certo all’ottimismo. Anche l’acquisto di Santon suscita parecchie perplessità: l’ex Newcastle è reduce da diversi problemi al ginocchio che gli hanno praticamente impedito di giocare (60’ il suo minutaggio in stagione!). Resta la possibilità di arrivare a Cassano, che essendo svincolato può firmare fino al 25 febbraio (ma il termine Uefa per la lista Europa League è stasera a mezzanotte). Ipotesi che non infiamma il popolo interista, disincantato come non mai.