“La Grecia ha un nuovo governo”. Lo ha annunciato questa mattina ad Atene Panos Kammenos, leader e fondatore di Amel, partito nazionalista dei Greci indipendenti, dopo aver raggiunto un accordo con Syriza.
Il partito di sinistra alternativa guidato da Alexis Tsipras ha vinto le elezioni anticipate di domenica con il 36,36% dei voti, pari a 149 seggi, solo due in meno della maggioranza assoluta, ed ha scelto quindi di allearsi con la formazione di destra, che porta in dote 13 seggi.
Benché agli antipodi politicamente, i due partiti sono uniti dall’obiettivo di combattere contro l’austerità imposta finora alla Grecia dalla Troika. L’intesa apre quindi all’affidamento a breve dell’incarico di formare il governo a Tsipras da parte del presidente uscente Karolos Papoulias. Anel è nata nel 2012 da una scissione dei conservatori di Nea Dimokratia.
“Il popolo greco ha fatto la storia: basta austerity. La troika è il passato. Ora dignità al popolo”, aveva commentato Tsipras subito dopo la comunicazione del risultato elettorale.
Nella classifica elettorale risulta nettamente staccata Nea Demokratia, partito conservatore guidato dal premier uscente Antonis Samaras, che si è fermata al 28,1%. Al terzo posto si sono piazzati i neo-nazisti di Alba Dorata (6,3%), davanti alla nuova formazione di centrosinistra, To Potami, che ha raccolto il 5,9% dei consensi e che aveva promesso l’appoggio esterno al governo Tsipras.
Hanno fatto peggio i comunisti del Kke (al 5,4%) e il Pasok (ridotto al 4,7%), mentre il nuovo partito dell’ex premier Papandreou non ha superato la soglia di sbarramento e resta fuori dal Paralmento.
“La speranza ha vinto – ha aggiunto Tsipras -. Negozieremo la soluzione finanziaria giusta con l’Europa, ma non rispetteremo gli accordi del passato”. Proprio questo è il punto che suscita i timori di Bruxelles, della Germania e di tutte le istituzioni europee. Già oggi sul caso greco ci sarà un supervertice tra il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, il presidente del Consiglio, Donald Tusk, e il numero della Bce, Mario Draghi.
Probabilmente Tsipras chiederà di allungare i tempi del debito e di ridurre i tassi d’interesse e su questo si giocherà nelle prossime settimane la possibilità o meno di trovare una soluzione al caso greco.
Un’apertura dalla Bce è già arrivata: “Atene deve pagare, sono le regole europee del gioco – ha detto in un’intervista all’emittente radiofonica Europe 1 Benoit Coeuré, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea –, ma non è esclusa una discussione, per esempio, sul riscadenziamento del debito”.