“Abbiamo deciso di varare un programma di acquisto di titoli, compresi quelli già esistenti per Abs e covered bond, sulla base del quale procederemo a un acquisto mensile combinato che ammonterà a 60 miliardi di euro e sarà portato avanti fino a settembre 2016, o comunque fin quando il livello di inflazione si riavvicinerà al 2%”. Questo l’atteso annuncio sul quantitative easing arrivato oggi da Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, al termine della riunione di oggi del consiglio direttivo dell’Eurotower, che ha anche confermato i tassi d’interesse sull’Eurozona.
“Inizieremo quindi ad acquistare titoli denominati in euro sul mercato secondario”, ha aggiunto Draghi, precisando che il nuovo piano di acquisti di titoli privati e pubblici della Bce prevede una condivisione dei rischi con le Banche centrali nazionali solo “al 20%” e che la Bce “non potrà comprare più del 25% dell’emissione, una soglia prevista per non essere una minoranza di blocco nelle assemblee degli azionisti”. Inoltre, la Bce potrebbe iniziare a rilevare anche titoli pubblici della Grecia a partire da luglio, in base alle scadenze di pagamenti dei titoli detenuti tramite il vecchio programma “Smp”.
Se il programma di quantitative easing durerà effettivamente da marzo 2015 a settembre 2016 (e non sarà esteso per dare ulteriore slancio all’inflazione), il valore totale dell’operazione sarà di 1.140 miliardi di euro, quasi il doppio di quanto si aspettava la media degli analisti, che fino a ieri puntava su un ammontare complessivo non superiore a 5-600 miliardi di euro.
Al momento, le dinamiche dell’inflazione nell’area euro si stanno muovendo a livelli “inferiori alle attese”, ha rilevato ancora il presidente della Banca centrale, sottolineando che per questa ragione si è reso necessario un “ulteriore accomodamento” della politica monetaria.
Subito dopo l’annuncio di Draghi, si è registrata una forte volatilità sul mercato secondario dei titoli di Stato: i Btp si sono rapidamente apprezzati con una discesa a picco dei rendimenti, portando lo spread con il Bund al minimo di 106,7. Con altrettanta rapidità si è registrato subito dopo un movimento contrario e un rimbalzo dei rendimenti fino all’1,84% per il decennale italiano. La riapertura della forbice di rendimento con i Bund ha raggiunto un massimo a 135 punti base. Il differenziale di rendimento si è quindi riportato dov’era nei minuti precedenti l’inizio della conferenza stampa di Mario Draghi, a 128 punti base, con un rendimento dei titoli di Stato italiani pari all’1,84%.
Sul versante azionario, invece, Piazza Affari allunga al +2,66% grazie alla performance delle banche (Bper +5,12% e Mps +4,82%). Nel resto dell’Eurozona, Francoforte +0,5%, Parigi +0,9%, Madrid e Lisbona +1,3%. L’euro è sceso sotto quota 1,15 fino ad arrivare a scambiare a 1,1474 sul biglietto verde.