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Piazza Affari promuove la riforma delle Popolari e il bazooka di Draghi rafforza il rialzo (+1,6%)

Un’altra giornata di importanti rialzi in Borsa per le banche popolari in attesa del D-day della Bce sul Quantitative easing che dovrebbe ammontare a 600 miliardi di euro – Exploit di Banco Popolare e Bper – In ripresa Saipem e Tenaris – In calo invece i titoli di A2A, Yoox, Gtech, Buzzi e Prysmian – Oro ai massimi da agosto.

Piazza Affari promuove la riforma delle Popolari e il bazooka di Draghi rafforza il rialzo (+1,6%)

Le Borse scommettono sull’intervento di Mario Draghi da 1,1 trilioni di euro. Oggi il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate, ha anticipato che una delle proposte sul tavolo dell’esecutivo dell’Eurotower nella riunione di domani sarà l’acquisto di bond per 50 miliardi di euro al mese fino alla fine del 2016. il che significa una cifra di 1,1 trilioni contro le prime indicazioni di 500 miliardi. Certo, il risultato dipenderà molto dai dettagli, tra cui la decisione su come verranno ripartiti i rischi nazionali.

Le piazze europee chiudono in territorio positivo: Milano sale dell’1,64%, Parigi dello 0,87%, Londra +1,63% e Francoforte +0,41%. Lo spread Btp-Bund chiude in calo a 120 punti base.

Sullo sfondo rimane anche l’attesa per il voto greco del 25 gennaio per le elezioni del nuovo premier. Nel frattempo il Portogallo prevede di rimborsare in anticipo le scadenze sui prestiti ricevuti dal Fondo monetario internazionale nell’ambito del piano di salvataggio. 

Intanto, mentre a Davos è in corso il World economic Forum, il Fmi ha tagliato le stime di crescita mondiale nonostante il calo del prezzo del greggio, i cui effetti positivi sono compensati da altri aspetti negativi, come sottolinea il Fondo: “La revisione al ribasso riflette la rivalutazione delle prospettive di Cina, Russia, dell’area euro e del Giappone, ma anche l’attività più debole dei maggiori esportatori di petrolio in seguito al calo die prezzi del greggio”. L’Italia in particolare subisce ancora un taglio sulle stime: il Fmi prevede ora una crescita dello 0,4% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016, mezzo punto percentuale in meno in entrambi i casi rispetto alle stime precedenti. 

Stime al rialzo solo per gli Usa. A Wall Street i listini procedono in rialzo. Il Dow Jones sale dello 0,24%, l’S&P500 dello 0,62%, il Nasdaq dello 0,59%. In luce Alibaba ma anche gli altri tecnologici come Apple e Google. Perde terreno Ibm all’indomani di una trimestrale deludente. 

Sul fronte macroeconomico negli Usa le richieste di mutui negli Stati Uniti sono aumentate del 14,2% a quota 561,9 punti e i nuovi cantieri aperti negli Stati Uniti sono aumentati in dicembre del 4,4% a quota 1,089 milioni di unita, sopra le attese degli analisti. Calano i permessi edilizi -1,9% a quota 1,032 milioni.

Alla chiusura invariato il petrolio Wti dopo una seduta in rialzo che ha spinto i titoli del petrolio come Chevron ed Exoon Mobil. Il calo delle quotazioni del greggio ha comunque lasciato già contraccolpi.  Il Fondo monetario internazionale ha rilevato che i principali Paesi esportatori di greggio del Medio Oriente potrebbero registrare perdite da export pari a 300 miliardi di dollari quest’anno anche se ampi cuscinetti di liquidità permetteranno a queste nazioni di assorbire gran parte dell’effetto causato sulle loro economie dal crollo dei prezzi del petrolio. Sul Fondo ha comunque tagliato le stime di crescita per il 2015 al 3,4% (-1,1%) per i sei Paesi membri del Consiglio di cooperazione del golfo Persico (Arabia Saudita, Bahrain, Oman, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti). 

A Piazza Affari corrono le Popolari dopo la rivoluzione della riforma annunciata ieri dal governo. Banco popolare sale del 9,83%. Oggi tra l’altro la Consob ha reso noto che Norges Bank è salita al 2,033% del capitale. Allo stesso tempo l’istituto centrale norvegese ha anche limato la propria quota in Bpm: dopo averla portata al 2,011% lo scorso 15 gennaio, la quota è scesa all’1,925% il giorno successivo. In volata la stessa Bpm (+3,61%), banca da tempo “bloccata” per i problemi interni e di governance. 

La Banca d’Italia dovrà fissare le disposizioni di attuazione del nuovo articolo 29 del Tub, che secondo il testo del decreto approvato ieri dal governo limita a 8 miliardi gli attivi di una banca popolare e impone a chi superi questa soglia di trasformarsi in Spa, pena la liquidazione o la revoca della licenza bancaria. Una volta entrate in vigore queste disposizioni, partirà il conto alla rovescia: le banche avranno 18 mesi di tempo per adeguarsi.

In evidenza i petroliferi con Saipem che sale del 6,61% e Eni del 3,5%. Bene anche Tod’s, +4,44%. In ribasso sopra il punto percentuale sul Ftse Mib A2A (-3,5%), Yoox (-2,47%), Buzzi Unicem (-1,24%) e Gtech (-1,01%).

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