Le incertezze dell’economia frenano la spinta l’entusiasmo dei mercati per le prossime mosse della Bce. L’indice Ftse Mib a Milano avanza solo dello 0,09% a quota 18.692 nonostante il disco verde della corte di Giustizia a Mario Draghi. Giù le altre Piazze, sotto il peso della frenata della congiuntura: Parigi -0,35%, Francoforte -0,27%. Madrid -0,18%.
L’avvocatura della Corte di Giustizia europea ha dato ragione a Mario Draghi: il programma di acquisti Omt non viola il trattato, come da ricorso della Bundesbank. Cade così l’ultimo ostacolo, politico più che giuridico, al varo del piano di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce.
A frenare gli entusiasmi ci pensa il dato, sconfortante, della produzione industriale dell’Eurozona -0,4% rispetto a 12 mesi fa.
S’avvicina il QE e i titoli del debito si adeguano: lo spread Btp/Bund si riduce a 131 punti, il rendimento del decennale è all’1,77%.
Scende in parallelo l’euro, scivolato a quota 1,1727.
L’effetto della notizia in arrivo dal Lussemburgo favorisce le banche, dopo l’avvio negativo: Unicredit +1%, Intesa +1,5%. Positiva anche Bpm +2% e Pop Emilia +1,6%. Alla vigilia della missione a Francoforte dei vertici, prende quota anche Mps +2,3%.
Il nuovo calo del greggio pesa su Eni-1,8% e gli altri titoli energetici: Saipem -1,4%, Tenaris -1%.
Fa peggio a Parigi Total -1,9%, Bp a Londra -2%. Il tracollo del rame impatta sui Big delle commodities: alla City Glencore -8,9%, BhpBillington -5,6%, Rio Tinto -5%.
Nel resto del listino bene Fca e Finmeccanica, entrambi +1%. Perdono colpi Prysmian -2% e Buzzi -3,3%. Stabili Telecom Italia +0,2% e Enel +0,5%.