L’uscita dall’euro è una tragedia? Non di sicuro per la Grecia. A sostenerlo è l’agenzia di rating Moody’s, che non solo ridimensiona l’allarmismo sull’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro, ma si spinge semmai a pronosticare effetti positivi sul lungo termine per Atene. “La crescita della Grecia potrebbe superare quella del resto dell’area euro”, dicono gli analisti statunitensi. E sarebbe paradossalmente proprio questo slancio, conseguente all’abbandono della valuta condivisa, che potrebbe creare problemi, perché “potrebbe innescare dibattito su ulteriori fuoriuscite”.
Moody’s precisa che nell’immediato l’uscita di Atene causerebbe “danni rilevanti” all’economia ellenica. Ma la prevedibile svalutazione della sua nuova moneta nazionale faciliterebbe la correzione dei suoi squilibri. E per gli altri paesi di Eurolandia oggi una defezione greca avrebbe ripercussioni meno gravi rispetto a quanto sarebbe avvenuto se uno scenario simile si fosse prodotto nel 2012. “Sia perché i rischi di contagio sono materialmente diminuiti”, come dimostra l’andamento dei rendimenti di titoli di Stato, quasi intoccati nei partner valutari a fronte dei forti aumenti registrati in Grecia. “Sia perché – conclude l’agenzia – oggi i policy maker hanno strumenti migliori per rispondere ad un evento simile”.
L’ipotesi “grexit”, come battezzano gli inglesi l’uscita della Grecia dell’euro, è legata soprattutto alle imminenti elezioni anticipate. Si terranno il 25 gennaio e i sondaggi accreditano in testa il movimento i sinistra Syriza, guidato da Alexis Tsipras, che pur assicurando di voler restare nella valuta ha chiaramente detto di voler ristrutturare il debito pubblico del paese. Ipotesi che gli altri partner potrebbero osteggiare duramente.