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Armenia, l’acquaponica rinnova l’agricoltura

In un impianto di acquaponica i vegetali (ortaggi, fiori, erbe officinali) vengono coltivati in vasche la cui acqua proviene da altre vasche sottostanti dove si allevano varie specie ittiche.

Armenia, l’acquaponica rinnova l’agricoltura

In tempi di crisi si aguzza l’ingegno e sono i progetti originali – o addirittura audaci – quelli che hanno maggiore probabilità di riuscire. In Armenia, Paese a forte vocazione agricola in cui il settore primario assorbe oltre il 40% della forza lavoro, l’acquaponica, sistema integrato di coltivazione di vegetali alimentari e di allevamento di specie ittiche, sta attirando l’attenzione degli investitori stranieri.

In un impianto di acquaponica i vegetali (ortaggi, fiori, erbe officinali) vengono coltivati in vasche la cui acqua proviene da altre vasche sottostanti dove si allevano varie specie ittiche. I pesci rilasciano così nell’acqua sostanze di rifiuto le quali sono assorbite dalle piante, queste ultime, a loro volta, cedono sostanze nutritive e ossigeno ai pesci. Discretamente diffusa negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei (in Italia è giunta da pochissimi anni), l’acquaponica è per l’Armenia una novità assoluta e questo progetto pilota ha ricevuto un ingente finanziamento da investitori statunitensi.

La realizzazione dell’impianto sarà seguita dalla società belga Agreco, impresa attiva nel campo dell’agricoltura e dell’ambiente, che fornirà anche assistenza tecnica e formazione per gli operatori. Il progetto armeno si chiama Maquaponics e sarà dedicato in particolare alla coltivazione dell’avocado. La Agreco, oltre che in Armenia, sta portando avanti iniziative simili anche in Africa (Ghana e Kenya) e in diversi Paesi del Sud America.

“Il luogo prescelto per l’impianto è il villaggio di Ddmashen,” dice Ani Mkrtchyan, a capo del Maquaponics, “i lavori saranno ultimati a marzo e contiamo di portare a casa i primi profitti entro sei mesi”.

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