Vittoria obbligata. Per tutti, nessuno escluso, ecco perché alla fine di questa giornata, per forza di cose, qualcuno rimarrà deluso. In particolare Roma e Inter, che questa sera (ore 20.45) si sfideranno in un Olimpico esaurito per obiettivi diversi, ma con la stessa necessità di punti. Rischia molto anche il Milan: il successo manca dal 19 ottobre scorso (1-3 a Verona), da allora 4 pareggi e 1 sconfitta, dunque a San Siro contro l’Udinese non può proprio sbagliare.
“La Roma ci è davanti in classifica ma noi siamo l’Inter – l’arringa di Roberto Mancini. – Dobbiamo giocarcela al massimo, anche rischiando di perderla”. Parole che avranno fatto piacere a Thohir e al popolo nerazzurro, sempre più innamorato del tecnico di Jesi. Che però conosce bene le difficoltà della trasferta romana, fin qui fatale a tutte le squadre di Serie A (6 vittorie su 6 per i giallorossi in casa, 14 gol fatti e 0 subiti).
“Loro hanno tante possibilità di vincere lo scudetto, sono vicini alla Juve – il pensiero di Mancini. – Sabatini in questi anni ha fatto un grande lavoro, Garcia sta facendo il resto. E poi c’è Totti, per anni uno dei più grandi giocatori del mondo. Ha vinto poco perché ha sposato una causa, un po’ come me alla Sampdoria”. Ci proverà l’Inter a fare il colpaccio, pur con alcune assenze importanti che rendono ancor più difficile l’impresa.
Oltre a Jonathan, non sono stati convocati neanche Hernanes, Nagatomo e Vidic, dunque la formazione, dalla cintola in giù, è pressoché obbligata. In difesa, davanti allo strepitoso Handanovic (6 rigori parati consecutivamente a cavallo delle ultime due stagioni!), toccherà a Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Dodò. In mediana spazio a Guarin, Medel e Kuzmanovic, con il compito di proteggere e lanciare il tridente Palacio-Osvaldo-Kovacic. L’italo-argentino sostituirà così lo spento Icardi degli ultimi tempi, mentre il croato avrà nuovamente la responsabilità di accendere la squadra, seppur dall’insolita posizione di esterno.
“Non posso giudicare l’Inter dalle ultime due partite – ha spiegato Rudi Garcia. – Giocano in modo diverso ora, poi è chiaro che, quando arriva un nuovo allenatore, c’è un atteggiamento più forte. Noi però dovremo essere la Roma, evitando così che loro dimostrino le proprie qualità”. Il tecnico francese non ha gradito le polemiche della settimana, figlie dei risultati (il pareggio contro il Cska ha lasciato l’amaro in bocca) e non. L’ormai famosa serata a luci (giallo)rosse di Mosca ha suscitato parecchie discussioni, di qui la replica piccata in conferenza stampa.
“Basta con queste stupidaggini, sono qui per parlare di calcio – ha glissato infastidito. – Siamo tutti arrabbiati e delusi per la Champions, il gruppo però ha dimostrato di essere unito”. Ma la vera bordata è arrivata dopo e, come altre volte in passato, ha avuto come obiettivo la Juventus. “In Europa solo Real Madrid, Chelsea e Bayern hanno fatto meglio di noi – ha spiegato. – I bianconeri non li cito perché hanno tre punti in più e tutti sapete come li hanno ottenuti…”.
Ogni riferimento allo scontro diretto (quello arbitrato da Rocchi, per chi fosse sceso oggi da Marte) non è puramente casuale. Tornando al campo, Garcia ha recuperato Maicon che dunque dovrebbe giocare dal primo minuto, in un reparto difensivo composto anche da Manolas, Astori e Holebas. A centrocampo spazio ai “soliti” Pjanic, De Rossi e Nainggolan, in attacco sicuri di una maglia Totti e Gervinho, l’altra se la giocano Florenzi (favorito) e Ljajic.
I tre punti, come detto in precedenza, sono fondamentali anche per il Milan, impegnato a San Siro contro l’Udinese (ore 15).
“Dobbiamo ottenere in tutti i modi i tre punti – ha ammesso Inzaghi in conferenza stampa. – Teniamo tantissimo a questa partita, è giunta l’ora di tornare alla vittoria. Non sarà facile però, l’Udinese è un’ottima squadra e poi c’è Stramaccioni, un grande allenatore oltre che un amico”. Ma oggi non ci sarà spazio per i sentimentalismi, pena perdere ulteriore terreno dalle prime in classifica e, dunque, dai piazzamenti europei. Certo, gli infortuni non aiutano: il tecnico rossonero dovrà fare a meno di Abate, De Jong, Alex, Muntari e De Sciglio, sin qui tutti titolari.
Possibile che possa fare il suo esordio dall’inizio Armero, con Bonera scalato a destra al fianco della coppia centrale Rami-Mexes. Anche a centrocampo potrebbe rientrare un “desaparecido”: si tratta di Van Ginkel, scelto per comporre la mediana con Essien e Bonaventura. Il grande dubbio, come al solito, è in attacco: Menez o Torres? Probabile la spunti il francese come “falso nueve”, in un reparto che verrebbe completato da Honda ed El Shaarawy, ma lo spagnolo conserva qualche piccola chance (a quel punto sarebbe 4-2-3-1).