“Gli studi sull’età matura sono molto cambiati nel tempo. Recenti ricerche, come quelle alla base della moderna psicologia positiva, hanno evidenziato che c’è la possibilità di sviluppare situazioni creative proprio nella vecchiaia: il senior è in grado di mantenere la sua efficienza psichica globale se sfrutta le sue risorse, mediante l’allenamen+to mentale e la motivazione”. Lo dice Marcello Cesa-Bianchi, Ordinario di Psicologia, Direttore dell’Istituto di Psicologia dell’Università Statale di Milano è uno dei maggiori studiosi del tema: ecco come la pensa.
Per creatività si intende l‘espressione di sé stesso, le cui modalità di esecuzione sono vastissime.
Abbiamo molti esempi illustri, come Giuseppe Verdi, Alessandro Manzoni, che proprio nella vecchiaia produssero le loro opere migliori così come Monet, Picasso, Goja, Rembrandt, Charlie Chaplin, ma nel sentire comune queste venivano considerate eccezioni.
La funzione della creatività ha un ampio spetto e si può manifestare anche nelle piccole azioni quotidiane, come ad esempio nella creazione di pietanze originali o nell’attività di bricolage. Questo può valere in diverse condizioni di aggregazione: all’interno della coppia, del gruppo, ma anche a livello individuale.
Attualmente inoltre si ritiene possibile persino un recupero delle funzioni cerebrali (fenomeno detto sinaptogenesi).
Le numerose scale di invecchiamento, dal 1950 in poi, avevano dimostrato che con l’avanzare dell’età sembravano diminuire funzioni come la memoria e la capacità di concentrazione. Attualmente si è dimostrato invece che l‘anziano procede con maggiore riflessione e lentezza, ma non è meno efficiente: i test utilizzati in passato erano caratterizzati da tempi brevi di risposta e l’anziano non aveva il tempo di risolverli.
Anche in tema di percezione si fanno considerazioni di tipo diverso attualmente. Sulla base del principio di costanza percettiva, che dice che la percezione si mantiene costante nel processo di invecchiamento, il cervello compensa la difficoltà percettiva legata ad una perdita sensoriale stimolando i sensi rimasti integri (principio di conservazione). In altre parole si affina la capacità di rispondere alla diminuzione di alcune funzioni psicofisiche utilizzando le conoscenze e le esperienze apprese nella vita. E’ stato dimostrato che l’attività percettiva migliora se migliorano le condizioni in cui si svolge la stessa: l’ambiente esterno (la società, ma soprattutto il gruppo familiare) può stimolare l’interesse, dare spazio di espressione, non negare le possibili potenzialità dell’anziano.
Non è la senescenza la condizione patologica, piuttosto sono gli eventi morbosi a creare le condizioni del rapido declino psicofisico.
Le modalità di invecchiamento dipendono da molti fattori, ma principalmente dalla propria personalità, dalle esperienze e dal proprio stile di vita.
Ecco quali sono i fattori che influenzano i processi di invecchiamento
Fattori genetici , anche il sesso può essere un fattore predisponente (il maschio invecchia più precocemente).
Educazione e livello culturale che consentono di trovare più facilmente delle alternative di vita alla pensione, di creare delle strategie di sopravvivenza.
Benessere economico
Interazione e comunicazione
Comparsa di malattie invalidanti : l’anziano vive come intrinseca la sua malattia, il suo vissuto è che la malattia appartenga al suo destino.
Stile personale di vita , cioè subire o vivere la vita.
Appartenenza ad un nucleo socio-familiare , cioè il gruppo, mediante atteggiamenti di conferma o svalutativi, evidenzia gli aspetti positivi e negativi della condizione di vecchiaia.
Eventi drammatici : ad esempio la scomparsa di figure di riferimento.
Sradicamento dal proprio luogo di origine.